venerdì 15 gennaio 2010

P.S. Uno pari

Le giornate dovrebbero essere tutte così: uno pari. Una notizia positiva, una negativa. Iniziamo con quella negativa: la fermata dell'autobus di via del Plebiscito è stata soppressa dalla fine di dicembre. Perché? Io un sospetto ce l'ho - a pochi passi c'è la sontuosa dimora romana di Silvio lo sfregiato - ma sempre meglio chiedere. Alla fermata ci sono due addetti dell'Atac con tanto di pettorina giallo fosforescente: gente che vorresti vedere ogni tanto sul mezzo pubblico per segnalare guasti, inefficienze e varie deficienze, ma mai si sono palesati in questi anni. Dunque? "Ah, io non so niente", dice una mentre il collega guarda a terra e mormora qualcosa del tipo "cosa vuole che le dica?". Lo dico io: non sarà mica perché qui a pochi passi c'è il palazzo Grazioli dalle tante grazie? Nulla, non si può dire nulla. Certo è che se un mezzo pubblico deve essere condizionato dalla volontà di un privato che dovrebbe essere al servizio del bene pubblico, siamo davvero alla frutta. E infatti proprio in questo istante mi mangio una mela. Tanto per togliermi certi pensieri di torno.

Ma dirigiamoci senza esitazioni alla notizia positiva. Esiste un paradiso per gli amanti delle biblioteche a Roma: è la biblioteca del Senato, unita a quella della Camera. Si tratta di palazzi storici di grande valore artistico, con affreschi e sale meravigliosamente spaziose ed accoglienti per chiunque voglia fare ricerca o semplicemente dedicare una mattinata alla lettura di giornali e riviste. Tempo fa scrissi una lettera al direttore di queste istituzioni perché l'ingresso, aperto a tutti coloro che abbiano compiuto 16 anni, era in realtà limitato dal numero di armadietti disponibili per il deposito delle borse. Adesso l'ingresso risulta più agevole (il metal-detector che bloccava un'intera parete di armadietti è stato spostato), anche se il rinnovo della tessera deve passare dal "P.S." Così dice il portiere all'ingresso e sul momento non capisco. Come scusi? Ufficio della Pubblica Sicurezza, Questura, Polizia. Qui dietro, vede, fa la denuncia di smarrimento della tessera precedente e poi entra con il foglio. Non so perché questo atto sia necessario ma in Italia a un certo punto, se vuoi vivere bene, forse è meglio rinunciare alle domande di causa-effetto. Meglio divertirsi come in una caccia al tesoro o in un percorso ad ostacoli: c'è il brivido, il rischio, e poi, se sei bravo, la palma della vittoria. Ed io, ieri, ho vinto. O forse solo pareggiato.

P.S. "Chi ha paura, muore ogni giorno". Paolo Borsellino. Dal calendario 'Poliziotti. Eroi nell'ombra', gennaio

 

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