giovedì 14 gennaio 2010

Come l'è grigia Milàn

Cume l'è grisa Milàn,
Cume l'è fredda Milàn.

Eppure anche a Milano a gennaio, temperatura compresa tra 0 e 3 gradi, gli uccellini cantano. E svolazzano tra le riviste del giornalaio nella piazza davanti alla Stazione dei treni. E' una visione inaspettata: un pezzetto di Hyde Park si è trasferito nel grigiore della capitale lombarda.

"Grigi siamo noi, grigia è la città", dice il tassista milanese purosangue, che va in Croazia 4 volte all'anno.

Una fetta di panettone esposto vicino al poggia-soldi del giornalaio attira i passerotti infreddoliti, che cinguettano felici. Milàn e il panettùn avanzato dalle scorte in eccesso di Natale.

"Sembra che il tempo ormai ci segua, noi non sappiamo dove andare e neanche lui", commenta il tassista.

Meno male che ci sono gli stranieri, gli immigrati, gli extracomunitari che se ci fa comodo lavorano nelle nostre case altrimenti via. Una signora peruviana mi indica la strada con precisione svizzera. Vorrei abbracciarla.

Milàn l'è grigia, siam grigi noi, è grigia la città. Quattro uomini grigi in spezzato grigio a righine percorrono a falcate pesanti il corridoio del Frecciarossa Milano-Roma.

Il tassista si lamenta che c'è grossa crisi, massimo 10 corse al giorno ma poca cosa, tra l'altro sempre sull'onda delle disgrazie altrui: la vecchietta che va in ospedale, un disperato che non ce la fa ad andare da qui a lì: massimo 10-15 euro a corsa. Ci stiamo impoverendo.

Entro nel Duomo per omaggiarlo e meditare su come anche 'O mia bela Madunina' rischi di essere considerata presto un canto sovversivo. Ho il trolley rosso al traino e i carabinieri mi fermano all'ingresso. "Signora, lei mi assicura che dentro non ha una bomba?" Tranquillo, brigadiere, tranquillo.

BUM.

Cume l'era grisa Milàn,
cume l'era triste Milàn.
A parte gli uccellini.

Nessun commento: