sabato 13 febbraio 2010

Dio delle città

Neve a Roma, foto Cosmetico
e delle immensità, come ti chiamano i Pooh, mandacelo più spesso il miracolo della neve.
Per rivedere la combriccola dei pizzaioli che fanno un pupazzo di neve guarnito di carote e zucchine alle 11 del mattino (anche detto il 'pizzazzo', cioè il pupazzo di pizza),
lo sguardo illuminato dell'indiano che percorre il Lungotevere e quando ci si incrocia non si può fare altro che sorridere da sotto l'ombrello per l'incredibile spettacolo della città più bella del mondo ricoperta da uno strato di bianconatal a febbraio,
i ragazzi fuorisciti da scuola che finalmente, invece che lobotomizzarsi il cervello con playstation, cellulari e varie tecnologie, fanno una cosa antica e sempreverde come tirarsi palle di neve con le facce allegre e giocose,
e la vecchia venditrice di uova al mercato che dice che lei l'ultima nevicata se la ricorda negli anni Cinquanta, e tu le credi anche se poi il TG della sera ti dirà con precisione che invece no, di nevicate a Roma ce ne sono state altre dopo quella del ‘56, ma tu preferisci credere comunque alla vecchia.

Dio delle città e delle immensità, che bellezza,
e che piedi inzuppati d'acqua come non me li ricordavo da anni,
che quando li tiri fuori dalle scarpe hanno assunto il colore rosso porporato della calza e questo segno distintivo ti rimarrà appiccicato chissà quanto ma meglio così, è come essere stata ad una festa che non si può scordare.
A proposito, oggi c'è il sole,
meno male perché la stufa catalitica non era riuscita a fare quasi nulla
con le scarpe anch'esse reduci dalla festa, ed io dentro sento crescere una domanda:
o calzolai ed esperti di calzature, ma è possibile che adesso anche se spendi 100 euro per una scarpa, essa comunque fa acqua da tutte le parti nel senso che ne imbarca tanto quanto una gondola bucata a Venezia?
Anche perché, ora che le stendo, vedo che le calze erano verdi.
E il rosso di cui son dipinti i piedi era allora quello dell'interno-scarpa.
Scusa a quale interno-scarpa stai? B12. Anzi 12.2.2010.

3 commenti:

utente anonimo ha detto...

Cara Lucia
ti scrivo dal nord Sardegna e qui la neve è andata via oggi dopo alcuni giorni d'incanto frizzante e puro.
A volte la neve mi fa paura perché ferma le attività ordinarie;
altre volte sono felice che ricopra le strade e le renda intransitabili.
E comunque la magia dura poco. E' un dono passeggero che svanisce ai primi raggi di sole. E torna tutto come prima. Quasi.
Salutissimi Miriam   

lucicosmo ha detto...

Cara Miriam, sei la Miriam che ogni tanto mi scriveva a Carpadiem, radio2? Comunque salutissimi a te e grazie per questo aggiornamento-neve dalla Sardegna! PS: quando le cose ordinarie si fermano, tutto può accadere e forse questo è il vero miracolo...

utente anonimo ha detto...

La Carpa carpisce segreti e ricordi!
Mi manca molto la Carpa di radio 2. Continuo a seguirti nel Libro oggetto ma all'inizio era difficile indovinare l'orario!
Sono un'ascoltatrice radiata da radio 2! Il pomeriggio soprattutto.
Pazienza! La radio sa educare anche al silenzio.
A te invio i più sinceri complimenti per la capacità di amalgamare le lettere antiche e quelle moderne, le mode e le note, le idee e i progetti. In modo brillante e ironico. 
Ho apprezzato anche la trasmissione estiva in compagnia di Luciana Biondi. Eravate fortissime insieme.
A questo proposito mi chiedo perché su  radio 2 gli uomini lavorano a coppie (conigli, caterpillar, Fede e Tinto, spostati etc) e le donne no? Il duo Federica Gentile e Michela Andreozzi mi sembra vincente.
E ancora mi chiedo, visto che il maggior numero ascoltatori radiofonici sono donne, perché il direttore non è una signora?
Ti mando un saluto con una bella manciata di coriandoli e stelle filanti lanciati dagli studentini mascherati che hanno sfilato ieri.
A presto Miriam