lunedì 8 febbraio 2010

Manualia non sunt turpia

Accuso la stanchezza ma son felice.
Ho pulito e messo in ordine una casa che non è mia, ancora non faccio la donna delle pulizie ufficiale ma sento che dentro di me questo lato di casalinghitudine chiedeva di essere ascoltato e soddisfatto.
Ve lo devo dire, donne.
E lo dico anche a voi, uomini.
I lavori manuali sono una gran bella cosa.
Lo so, lo so, voi giustamente mi direte che parlo facile perché non li faccio 8-10 ore al giorno di seguito, come la signora che avevo conosciuto sull'autobus che lo faceva di professione (7 euro all'ora) e comunque mi sembrava avesse una faccia molto più 'normale' e serena di molti altri lavoratori che passano il tempo a lamentarsi del lavoro che hanno e che non vorrebbero avere.

A proposito, non trovate interessante che due libri recenti si interroghino sulla questione? Sono 'La vocazione', di Cesare De Marchi, e 'La vita che volevo', di Lorenzo Licalzi. Per non parlare di quello che ormai è diventato un best-seller sull'argomento: 'Adesso basta!', di Simone Perotti. Tutti libri che, nella forma del racconto autobiografico o del romanzo, parlano precisamente di questo: cosa vorremmo fare nella vita e non facciamo per svariati motivi. Uno di questi è forse che abbiamo paura di metterci in gioco e di provare anche quello che sembra apparentemente lontano dalle aspettative nostre e degli altri.
Non so se in futuro mi guadagnerò da vivere andando a pulire le case degli altri, però so che il tempo che non possiamo/vogliamo dedicare all'ordinaria manutenzione della casa, è tempo prezioso sottratto anche al nostro personale benessere, per usare una parola oggi tanto in voga. Provare per credere.
Ed ora, femministe, premete pure il grilletto!

2 commenti:

ivyphoenix ha detto...

il primo uomo single e disordinato che legge questo post ti fa una proposta di matrimonio, scommetti?

lucicosmo ha detto...

stiamo a vedere! saluti, lucia