lunedì 7 giugno 2010

FRU-llati di testi d'estate

Son stata davvero molto felice di essere stata invitata al FRU,
che a dirlo così nessuno potrebbe immaginare cosa sia:
un FRU-ttato di Fruttero, come quello che ha realizzato F.Fazio ieri sera a casa dell'omonimo vecchio scrittore, autore del recente 'Le mutandine di chiffon'? Un FRU-mento di passioni estive dorate dal vento?
Una FRU-strazione continua nel vedere che le nostre legittime aspirazioni devono talora cedere il passo a logiche che sfuggono totalmente al nostro personale controllo dando luogo a palesi ingiustizie o a forme di sopraffazione sopraffina?

I giochi di parole sembra non approdino mai da nessuna parte e invece non è così.
Perché a un certo punto le parole si fanno serie, si guardano in faccia e dicono:
FRU siamo anche noi, cioè Festival delle Radio Universitarie,
quest'anno organizzato a Perugia in quell'Umbria medievale
che ti riporta subito in un tempo molto lontano dalle frenesie metropolitane.
Dolce francescana Umbria,
quanto sei bella, e quanto sono belli i tuoi borghi che si vedono dal treno, dove salgono turisti reduci da Assisi o da Spello, chi con una croce al collo chi con un salume norcino sotto il braccio (questa è invenzione perché l'effetto olfattivo lascerebbe tutti noi senza parole e quindi anche senza scrittura).
A Spello, mi viene in mente lungo i binari, è sepolto anche quel gran profeta dalla voce mite, Carlo Carretto, la serietà piemontese che scorre nelle vene e lo stupore candido degli autentici uomini di fede, quelli che nessuna gerarchia né dottrina potranno mai costringere a irrigidirsi in un dogma astratto e pesante.

Embé ma il FRU? Lecosmeticomiche si sono già perse tra i verdi colli umbri? Riacchiappatele per i capelli (tanti) e riportatele in carreggiata.

Dunque Perugia e il FRU a fine maggio: un festival che raduna ogni anno in un luogo diverso più di 30 web radio italiane che parlano di cultura e culture da altrettante sedi universitarie, dalla RadioZammù di Catania alla RadioInCorso di Trieste. Ed è già un gusto leggerli i nomi di queste stazioni radiofoniche, che per ora viaggiano soltanto in onde internettare ma chissà cosa succederà nel futuro. RadiorEvolution, da Parma, si preoccupa di non dare il messaggio giusto con quella 'revolution' che in realtà è una R e poi una Evolution, mi spiegano gli studenti, che io trovo tutti molto promettenti e intelligenti non solo perché fa rima con studenti ma perché è vero. Ed è davvero una grande consolazione ed anche una grande gioia - se queste son parole ammesse nel nostro Paese complessivamente tristanzuolo e viziato - vedere che ci sono ragazzi che studiano le materie più diverse all'Università e che trovano anche il tempo di impegnarsi ad inventare radio talora nemmeno riconosciute dagli stessi atenei.

Dunque grazie a Radiophonica e RadUni, che hanno organizzato il FRU di quest'anno, e mi raccomando: cercate di fare notizia un po' più spesso cosicché qualche giornalista, stanco di riportare i soliti dati sugli ascolti stratosferici di 'Amici', si converta alla radio ed inizi ad esplorare tutto il buono sommerso sotto l'enorme discarica del trash televisivo.

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