lunedì 27 settembre 2010

La caninizzazione della società


 


Sono dappertutto. Accanto a divani, carta igienica, automobili, tappeti e rate scontate. I cani sono diventati gli sponsor più amati dal marketing pubblicitario formato grandi cartelloni stradali, secondi soltanto al corpo femminile con il quale si continuano a vendere oggetti ed emozioni di ogni genere. Il cane del Ventunesimo secolo, quindi, non è più soltanto il migliore amico dell’uomo ma il migliore amico dell’uomo consumista e compratore, che per sentirsi meno in colpa della sua insaziabilità di beni, si vede accompagnato nei suoi acquisti reali o immaginari dal muso di un quadrupede peloso che lo guarda con occhi languidi, come solo i cani sanno fare.


 


Un bassotto volante ricoperto da un mantello blu a guisa di Batman è perfetto per simboleggiare la ‘rata bassotta’, ovvero una rata più conveniente di altre per comprare oggetti inutili ma comodamente dilazionabili nel tempo; la morbidezza di un materasso è attestata da un tenero cucciolo di labrador che, da sotto le coperte, annuncia con aria soddisfatta che “chi ha fiuto sa scegliere”; nel nuovo catalogo dell’Ikea, che ad agosto ci diceva di avere “grandi sogni” per noi a settembre (quali? Forse una sedia Artsunde o un tavolo Rotzilde?), i cani giocano con gli umani ed ingentiliscono con la loro presenza le algide linee di mobili e sedie che finiranno nelle nostre case tutte uguali, tutte finto-nordiche, tutte apparentemente perfette come da catalogo, salvo i peli di cane che nel catalogo ovviamente non si riescono a mettere a fuoco ma nelle poltrone vere sì.


 


Una nuova forma di cane umanizzato (o umano caninizzato) è stata invece scelta come testimonial di una delle campagne pubblicitarie a mio avviso più brutte di questi ultimi anni: quella di ‘Almo-Nature’, marca di un cibo per animali che ha letteralmente infestato strade, giornali e stazioni ferroviarie della nostra Penisola nei mesi scorsi. Avete presente, vero? Busti umani o corpi a figura intera nudi, con maschere di cani di cartapesta, e sotto la scritta “A(l)more”, che non ho mai capito cosa volessero significare finché un giorno non ho letto un articolo in cui si parlava di questa pubblicità e del suo autore, Oliviero Toscani, chiamato a dare un volto ad una raffinata tipologia di cibo animale: il ‘bio’ per cani e gatti, mistero della fede nutrizionista applicato a quelle povere creature obbligate in vario modo a sopportarci tra le quattro mura domestiche.
Dopo di che vorremmo anche vederli, i veri cani e i veri gatti, alle prese con una ciotola di ‘holistic croquette’ al posto di una fetta di carne o di un filetto di merluzzo. Ma nessuna pubblicità è mai stata così audace da proporre l’effetto pratico del prodotto reclamizzato al posto del semplice invito ad acquistarlo.

La pubblicità di Toscani ha però un merito: visualizza bene il grado di osmosi raggiunto da mondo umano ed animale. Mai come in questo momento siamo stati così disposti ad accettare come naturale l’istituzione di ‘Bau-Beaches’ (Spiagge per Cani: avremo mai il coraggio di italianizzare le scemenze?), dove al singolo cane vengono consegnati degli speciali kit per il divertimento sulla spiaggia, che prevederà anche al calar del sole un aperitivo riservato esclusivamente agli animali, mente gli umani resteranno finalmente a guardar le stelle. Mai come in questo momento le nostre città rifulgono di deiezioni canine depositate sui marciapiedi con ampia varietà di forme e colori. Ed infine mai come in questo momento siamo noi che, senza accorgercene, stiamo iniziando ad indossare collari e guinzagli: i primi sono chiaramente visibili nei sandali più trendy dell’estate, claustrofobicamente abbarbicati alle caviglie delle ragazze con fasce strettissime, i secondi sono invisibili ma hanno comunque il potere di tirarci il collo verso un ignoto precipizio dove, ansimando e correndo dietro all’ultima trovata tecnologica, finiremo tutti presto o tardi.

2 commenti:

utente anonimo ha detto...

cani, case. vuoi vedere che dopo il futurismo mi torna di moda il bauaus?

utente anonimo ha detto...

uof uof!