mercoledì 15 dicembre 2010

Passata è la protesta: nota a margine

Facile oggi condannare la protesta degli studenti di ieri, degenerata in una violenza che ha sconvolto molti qui a Roma: chi ha solo visto le immagini da internet, chi ha assistito agli scontri, chi ha annusato nell'aria la tensione e per questo ha preferito ritornare a casa. Forse più difficile per ciascuno è assumersi la responsabilità di quello che è successo per le strade della capitale, dove nel tardo pomeriggio di ieri le tracce della guerriglia urbana stridevano con le festose luminarie natalizie nelle vie dello shopping.
E allora vale la pena ritornare a un anno fa, a quel 13 dicembre (S.Lucia!) in cui un "debole di mente" scagliò una statuetta del Duomo di Milano contro il volto di Silvio Berlusconi, e molti di noi pensarono o dissero apertamente: vorrei averlo fatto io! L'esasperazione, infatti, era già al colmo un anno fa, dopo la bocciatura del Lodo Alfano ("La legge è uguale per tutti! In galera!", si gridò fuori da Palazzo Grazioli a ottobre), un primo No B.Day viola partecipatissimo (5/12/2009), e l'inizio degli scandali a sfondo sessuale, pallido preludio di quell'orgia di festini, party e "notti selvagge" di cui anche le diplomazie internazionali erano al corrente, come ci ha informato di recente WikiLeaks.

Facile oggi dire: con i violenti non ci sto. La violenza è sempre da condannare (dentro e fuori dal Parlamento), ma che almeno qualcuno abbia il coraggio di dire che questa violenza è figlia di una lunga serie di ingiustizie e soprusi ai danni dei più deboli, tra cui ci sono certamente anche loro, i giovani: la parte più assente, più invisibile, più ignorata del Paese, che sa fare a meno di loro salvo poi ammansirli con le lusinghe del più volgare consumismo. Questa parte del Paese, parzialmente lobotomizzata da 20 anni di televisione annulla-cervello, dimostra di essere ancora viva e non è più disposta a tollerare di essere rappresentata da una manica di corrotti e voltagabbana, schiavi di un uomo che con i soldi crede di poter comprare l'anima di chiunque.

La protesta di ieri è forse l'unico episodio recente di ribellione corale a questa dittatura dei soldi e del pensiero unico, dittatura che ha purtroppo un altissimo potere di seduzione proprio sui più giovani, se si pensa alle tante minorenni che si sono prostituite (e forse ancora si prostituiscono) nei palazzi del potere mediatico e politico per avere un ruolo in televisione e guadagnare in modo facile vendendo il proprio corpo senza scrupoli. E che dire della droga, che di soldi si nutre come una pompa idrovora, succhiando proprio dalle teste dei più giovani neuroni, energie fresche e voglia di vivere? "E' il sistema che è marcio", diceva ieri un amico. "Il marciume che c'è negli altri è in ognuno di noi", scriveva Etty Hillesum nel suo bellissimo diario 70 anni fa. Da dove partire per fare un po' di pulizia?

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