mercoledì 6 aprile 2011

Tempo dentro
 
Tu lo sapevi che c’è un tempo dentro e un tempo fuori?
Vieni qui che te lo spiego.
Veramente ci vorrebbe lui.
E lui lo devi incontrare davanti alla macchinetta del caffè,
mentre prende un espresso e ti saluta.
“Grazie”, mormora mentre ti guarda.
E tu non sai se si sta riferendo alle grazie o alla grazia,
perché non ti verrebbe mai in mente di essere ringraziata
davanti alla macchinetta del caffè,
soprattutto se ancora non hai detto niente se non ciao.
 
Eppure gli esseri umani circolano ancora,
circola ancora un flusso di umanità nascosta sotto
latrati e morsi e aggressioni verbali di ogni genere.
Dio secondo me non ci ha ben predisposti al micidiale,
titolo eloquente di uno spettacolo di Alessandro Bergonzoni.
Vero, Dio?
Non ci hai predisposi alle micidiali sparate degli umani
che, se non sparano, se non espellono tossine, se non inquinano
l’ambiente con parole scure,
non son contenti. Come se alla fine della giornata dovessero
render conto di fronte a qualcuno di essere stati
spietati almeno una volta, altrimenti non riuscirebbero
a riconoscere il loro volto allo specchio.
 
“Grazie.
Hai i capelli naturali e non biondi,
arancio, viola come tutte le altre”.
Ma dici sul serio?
Non pensi anche tu, come tutti gli altri, che i capelli
argentati femminili debbano essere arginati, combattuti, seppelliti
da tinte e colori e pitture?
Evidentemente no.
Ma il meglio deve ancora arrivare.
“C’è chi il tempo lo tiene fuori, e chi invece,
a forza di cancellarlo fuori, se lo ritrova dentro.
Meglio lasciarlo fuori,
che così poi hai anche le meches naturali,
e nessun problema di ricrescita”.
 
Tutto questo mentre sorseggi un caffè
e io penso che devi venire dalla luna,
come canta Caparezza, che credo opterà per la stessa
scelta di crini naturali quando si dovesse trovare
di fronte alla presenza dei segni del tempo.
Sì, buon uomo, è vero.
Io il tempo lo voglio guardare il faccia.
E voglio che lui guardi me.
Come io e te che ci incontriamo di fronte
ad una insignificante macchinetta del caffè
che dimostra una saggezza
ai confini con la realtà.
(e in effetti il dialogo avvenne in una zona di confine:
le parole risentono dei luoghi in cui si trovano,
come noi)

4 commenti:

utente anonimo ha detto...

Lucia!!
era questo l'episodio esilarante di cui mi parlavi a Barcola?
che saggio questo bevitore di caffè...
e poi è vero, che tu sei bella al naturale (io, però, l'hennè me lo faccio ;-)

utente anonimo ha detto...

il tempo dentro e il tempo fuori: meravigia....!

;)

Elisa

utente anonimo ha detto...

ops...è scappato il refuso: intendevo dire "meraviglia"

lucicosmo ha detto...

Sì!
Meraviglie!
PS: anche a me piacciono da morire i colori, in realtà, ma il tempo fuori è così fuori che non si può non obbedire!
Saluticari a tutti,
Lucia