venerdì 21 ottobre 2011


E piove

E piove sulla capitale.
E piove sui volti tristi ed alterati e corrucciati
e su quelli nervosi, tesi e tirati,
e piove sulle facce delle belle statuine
con la voce enfatica d'attrici
ma senz'anima,
e piove sulle occupazioni dei teatri
e sulla domanda di legalità e di giustizia,
e su una società che si indigna ma forse non sa
più nemmeno cosa vuol dire la parola 'dignità'. 
E piove su chi alza la voce, su chi grida parole forti
per farsi sentire, o perché non c'è più niente da dire
se non rimboccarsi le maniche e ripartire da zero.
Azzerare tutto, magari con un nubifragio, e ripartire.
Punto e a capo.
C'è qualcosa che non mi suona anche in questa nuova
ondata di proteste. C'è una rabbia che non porta a niente,
c'è una stanchezza, un'ipnosi da protesta stessa,
che sembra aver dissolto qualunque forma di entusiasmo
anche per gli stessi ideali che si proclamano.
Si protesta nei teatri, e le facce sono scure.
Si protesta per la cultura, e la cultura manca all'appello.
Bambini capricciosi che hanno perso il gusto del gioco dei bambini.
Narcisi vanitosi che son più compresi nell'estetica degli abiti
da indossare che nelle parole da pronunciare.
Adulti litigiosi e attaccabrighe e polemici,
che però non sembrano avere la convinzione né la carica ideale
sufficiente per voltare davvero pagina.
Come se alla fine ci si incastrasse tutti sempre lì:
le denuncia dell'esistente, senza una reale alternativa a ciò che si denuncia. E se poco poco qualcuno osa contestare le modalità della stessa protesta, viene subito messo a tacere.
Non sembra il preludio ad una nuova Fattoria degli Animali?

1 commento:

bigsoul ha detto...

Non ricordo la Fattoria degli animali, anche se so di averlo letto, ma ho ben presente la stanchezza che aleggia sovrana ormai, che rende tutti più o meno rinunciatari sull'onda del "tanto non serve a niente".
Stimo chi ha ancora il coraggio di protestare, seppur stanco (no, non i violenti), perchè magari anche pensando "tanto non serve a niente"- è evidente che tutto ti far pensare a ciò -, sono coperti della patina dell'ottimismo per il quale, in fondo, forse non tutto è perduto.