martedì 6 marzo 2012

Italo si è fermato ad Eboli


'Italo', il nuovo treno ad alta velocità targato Montezemolo, si ferma a Salerno. Gli ebolesi mi scusino per averli scomodati nel titolo, ma la tentazione di evocare il grande classico di Carlo Levi era troppo forte. Ho appena finito di parlare con la giovane del call-center che si occupa di fare la promozione dei primi viaggi che collegheranno 9 città italiane a partire dal periodo post-pasquale. Dei prezzi non si sa ancora nulla, bisogna aspettare fine marzo. 

L'accento della ragazza è sudico. "Siamo a Reggio Calabria". Mi si apre uno squarcio di speranza, come il sole che fa capolino tra le nuvole questa mattina Roma. Dunque i treni arriveranno fin giù in Calabria? No, niente da fare, si fermeranno a Salerno. Epperò il call-center è liggiù. Perché? Forza-lavoro pagata di meno? Vista mare garantita? Bronzi di Riace da contemplare ogni giorno tra una telefonata e l'altra? 

Non so se è per l'effetto Gabanelli/Iacona/Santoro o per aver letto l'ultimo libro postumo di Giorgio Bocca (Grazie no. 7 idee che non dobbiamo più accettare: leggetelo tutti), fatto sta che un certo pessimismo sulle vicende italiche sembra quasi doveroso. Non riusciamo proprio a salutare soltanto con un sorriso le novità. Vorremmo farlo ma poi viene da pensare che, sotto, ci sia sempre qualcosa di losco o poco chiaro. 

Sarà mia cura indagare nei prossimi giorni, anche per segnalare le condizioni degradate in cui versa la Stazione Ostiense qui a Roma, da dove i treni 'Italo' dovrebbero partire. La Stazione Termini, infatti, rimarrà appannaggio delle 'Frecce', mentre Tiburtina e Ostiense ospiteranno anche la creatura montezemolesca, che promette - tra le più ghiotte offerte - carrozze 'Prima relax' dove regnerà l'assoluto silenzio.

Cerchi la pace? 
Un'oasi in cui meditare? 
Uno spazio in cui non si avverte neppure un vagito di cellulare? 
Prendi il treno. Non importa per dove o da dove. 
Chiama Italo, e la tua coscienza si risveglierà.

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