lunedì 25 giugno 2012

Vicini

Avete mai provato ad organizzare una festa dei vicini?
Oppure vi sentite troppo lontani dai vostri vicini?
Distanza percepita: 10. Reale: meno 1, forse, chissà.
Vale la pena tentare.

Si percorre il condominio da capo a fondo lasciando ad ogni porta 

un pizzino con una scritta semplice. Per esempio: domenica 24 giugno festa dei vicini.
Appuntamento in terrazza ore 20.30.
Sul momento pochi realizzano che il 24 giugno, 

cioè ieri, è anche il giorno della partita dell'Italia. 

No partita no party? Niente affatto.

Vicino americano porta in terrazza i-pad collegato con partita, 
e coinquiline sistemano i due secchi della spazzatura (organico e non riciclabile) 
uno sopra l'altro in maniera tale che funga da piedistallo per il micro-schermo. 

E' sempre questione di crederci. Sempre. 

Questione di reimparare l'abbecedario della vicinanza: scala A, B, C.

E piano piano i vicini si avvicinano.

L'americano, oltre all'i-pad, porta un'insalata fucsia con la verza rossa:
easy, simpatico ed informale come tutti gli americani. 
Fuori da casa sua ha un esercito di ombrelli ma lui vive solo.

Arriva la signora calabrese, immancabile e fiera dei suoi manicaretti, 

arriva la pianista concertista con la crostata,
arrivano un'insegnante di sostegno con l'amica,
un pittore con l'amico,
l'insegnante che ha bisogno di sostegno,

la coinquilina futura ostetrica insegnante di yoga che vorrebbe sostenere
tutti con lo yoga;
e poi c'è la signora del Lombardo-Veneto trasferita a Roma da sempre,
regina della torta 'sbrisolona', battagliera per il diritto dei condomini
ad avere sostegni per le bici nel cortile.

Abbiamo tutti bisogno di sostegno.


E la vicinanza fa rima con il cielo in una stanza. 

Il cielo sul terrazzo, perché all'aria aperta si ragiona meglio.
Fuori dalle pareti di casa dove si addensano troppe tensioni.

Fuori per guardare quel tramonto che sembra africano, 

dice la signora siciliana madre di due figli: l'attrice per carattere
non sfonderà mai, specifica dolente, l'altra va in giro per il mondo e non si pone il problema.

Generazioni si incontrano, si parlano,

seppure al lume di candela, in quell'oscurità della notte che mette pace.
Diverso è chiacchierare con un faretto puntato o la luce artificiale. 


E' bastato così poco. Chiamare a raccolta. Stampare i pizzini-invito.

E il condominio diventa una comunità.
Alla faccia della crisi. 

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