martedì 20 novembre 2012

Concerto per Martha e ventre della balena

Nel ventre della balena ci si rigenera,
si muore e si rinasce
nel concerto in la minore di Schumann per Martha Argerich
e orchestra di Santa Cecilia.
Hai presente la naturalezza, la semplicità,
la spontaneità? Sono spesso frutto di studio
matto e disperato, ma poi hanno la capacità di
ammaliare migliaia di persone.
Così ieri sera, nel ventre della balena che si chiama
Sala Santa Cecilia dell'Auditorium Parco della musica a Roma.
Lo vedi da fuori e pare un enorme carapace di un'enorme
tartaruga. Entri e sei nelle viscere di un altro mondo,
musica divina per interprete divina di 71 anni che pare
una ragazzina. Il pianoforte parla, l'orchestra risponde,
l'orchestra parla, il pianoforte si innesta, si incrocia, si fonde,
e tu pensi che quando si uscirà di là saremo tutti trasformati,
trasfigurati, la sofferenza sparirà per sempre così come tutte
le guerre. Martha suona e sembra che giochi, parli, danzi con i tasti
del pianoforte. Capisci perché i Greci parlavano di spirito dionisiaco,
di una forza che si impadronisce di te ed è lei a portarti: è l'arte che
ti porta, tu sei solo un tramite, ma quale fatica, quale peso incredibile
lasciarsi portare dall'arte. Abbandono e disciplina, sensibilità e rigore,
controllo muscolare e felicità bambina. Ma poi assisti al miracolo,
ed esci anche tu un po' miracolato, e non importa se la vita non è
proprio come te la immaginavi. Non importa se non hai un lavoro
e non sai dove andare. Non importa più niente. Tu ringrazi l'arte e l'artista
perché ti hanno fatto immergere in quello spirito divino che ha visitato
loro prima di arrivare fino a te.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Complimenti Lucia.

L'amore e l'arte non abbracciano ciò che è bello, ma ciò che proprio grazie al loro abbraccio diventa bello.

Karl Kraus

Lucia Cosmetico ha detto...

Grazie davvero di cuore a tutti: da Fabio Fazio a Karl Kraus, perché mi pare la stessa penna... :)

Anonimo ha detto...


sagace ;)