domenica 6 gennaio 2013

Auguri!

Come i Re Magi son partiti. 
Han visto una stella luminosa, luminosissima, e non son riusciti a stare fermi.
C'era chi diceva: ma è troppo lontano, dove andate?
Avete capito bene dove dovete arrivare?
E se poi liggiù non troverete nessuno ad accogliervi?
Ma loro niente.
Si fidavano talmente tanto di quella luce che quelle parole non le sentivano nemmeno.


E così sono arrivati. Prima del 6 gennaio che è oggi.
Loro sono arrivati una settimana prima.

In 40mila hanno lasciato Ucraina, Spagna, Bosnia-Erzegovina, Polonia, Olanda, Francia, Germania, Croazia, Portogallo, Argentina.
Un intero mappamondo di Re Magi si è mosso per incamminarsi verso Roma per un 'pellegrinaggio di fiducia sulla terra'.
E quando sono arrivati qui, hanno adorato.
Si sono inginocchiati, hanno pregato, cantato e fatto silenzio nelle più grandi chiese della capitale e in piazza San pietro, che era pronta per quel grande abbraccio notturno illuminato dalla luna piena. 

Per questo non possiamo fare altro che ringraziarli.
Grazie, ragazzi-Re magi di Taizé, per aver avuto il coraggio di mettervi in viaggio,
affrontando anche 2 giorni e 2 notti di pullman per arrivare nella capitale.
Siete arrivati stanchi e senza forze il 28 dicembre, siete ripartiti il 2 gennaio che eravate stelle luminose come quella che avevate visto prima di partire.

E' stato un grande privilegio poter partecipare alla trasformazione di una metropoli in un enorme monastero gioioso. Ci siamo sentiti tutti più a casa e più riconciliati. Abbiamo fatto benzina. Abbiamo bevuto ad una fonte fresca e zampillante. La chiesa, così, era affascinante. Era un posto dove ti veniva voglia di entrare. Era un grande tappeto dove poter camminare, dove potersi stendere a dormire, sognare, piangere, rilassarsi e riflettere. 

Qualcuno, vedendovi, 
si è chiesto: "Cos'è, un ashram indiano?" "Si son fumati tutti una canna? Perché tutti per terra in chiesa?"
Perché a un certo punto molli gli ormeggi e ti affidi. 

O ti affidi o imprechi contro il cielo. 
O ti butti in ginocchio o dalla finestra. 
O urli di rabbia oppure lasci che questa rabbia, lentamente, diventi un brodo caldo che nutre e guarda avanti. 
Esiste un brodo caldo che guarda avanti? 
Non so bene. So che la preghiera, quando ti disarma di tutto, può unire e scaldare il cuore. Come un brodo caldo, appunto.

E allora buon 2013 di brodi caldi, brava gente!

Riprendiamo le forze, non lasciamoci cadere le braccia e guardiamo avanti!
Stelle ce ne sono, basta saperle vedere. 

Nessun commento: