venerdì 9 agosto 2013

Stage nello Stige

Amici!
Gioite!
Il nostro curriculum si arricchisce, da quest'estate, di una nuova voce.
Qua sotto una vaga idea di come potreste anche voi impreziosire quel nobile
racconto delle vostre imprese professionali che vi apprestate a spedire come un siluro infuocato nel magico pianeta del lavoro in via d'estinzione.

Estate - 2013. Stage nello Stige.
Per tre settimane ho partecipato allo stage (ovviamente gratuito) nello Stige, 

la palude infernale scelta da Dante come dimora punitiva di iracondi ed accidiosi. 
Sì, in effetti un po' d'ira l'avevo accumulata negli ultimi tempi, e forse anche un po' di accidia intesa come non-voglia di fare granché visto l'andazzo generale. Così mi son trovata travolta dallo Stige, che è il nome dato dai meteorologi (o dai giornalisti?) all'ultima ondata di caldo infernale che un po' inizia ad allentare la morsa. 

Si è trattato di un'esperienza assai formativa, 
durante la quale ho visto i volti dei miei simili assumere espressioni d'assassini, 
perché poi il caldo ti asfissia così tanto che tu non ci vedi più, e forse non ti vedi più, e preferisci non vederti. Ma gli altri sì che ti vedono.
E ti vedono anche quando

entri nel supermercato congelato e il sudore ti si rapprende dietro la schiena,
e rischi il collasso, e "Ucio 'sta tento che no te vien la ricaduta",
e intanto il carrello della spesa ti si riempie e tu lo guidi come fosse un suv
o un autoscontro, perché non si capisce come mai i carrelli, con buona pace della crisi,
siano diventati carovane, carrozze, camion, enormi nel loro vuoto 
che chiede, implora, supplica di essere riempito.
E si rischiano incidenti nei supermercati perché attento, 
a destra ti vuol superare la vecchia che cerca l'olio, 
a sinistra, bum!, il vecchio che punta sui surgelati,
e...trak! Tamponamento sulla corsia di sorpasso tra pasta e detersivi.
Quanti morti? 

Soffocati, sfiniti, stressati come i vigneti, hanno detto alla radio,
ed è la prima volta che senti che anche i vigneti sono "stressati", e se son
stressati loro, puoi ben dire di esserlo anche tu. Ne hai tutti i sacrosanti diritti.
Inutile nasconderlo.
Puoi eventualmente farti un bagno verso sera, 

o anche di notte, quando non si vedono più i peli superflui così superflui
che hai ritenuto superfluo depilarteli. Nella notte ci si può trovare tutti
al mare, tutti assieme, cani, vecchi, bambini, costumati e scostumati,
tutti lì dentro lo Stige a fare le prove tecniche di inferno in terra,
che magari, vai a sapere, potranno evolvere in un contratto a tempo determinato,
per terminare con l'agognato posto fisso. Ovviamente all'inferno.

Peccato non avere spazio nel foglio di un curriculum per descrivere ancora
la nube che si levava ieri sera sulla città. Una nube oscura, inquietante,
alla Sodoma e Gomorra, come se in effetti qualcuno lassù un po' si fosse
scocciato di vederci soffrire e lamentarci e lamentarci e soffrire,
ed avesse detto: uelà, ragazzi! Forse è giunto il tempo di stecchirvi tutti,
come le zanzare con il Flit.

Ma noi siamo ancora qui, con i nostri curriculum,
con le nostre vite impossibili da sintetizzare in un foglio,

con i nostri genitori che invecchiano e noi anche,
con questa palude che ci inghiotte e noi su, 
a guardare comunque e sempre le stelle. 

PS: oggi è S.Edith Stein, grande donna che può insegnare molto a tutte le donne,
e non solo. Ebrea convertita al cattolicesimo, filosofa allieva di Husserl,
folgorata dalla vita di S.Teresa d'Avila, carmelitana finché un giorno
non venne prelevata dal monastero per essere portata ad Auschwitz,
dove morì il 9 agosto 1942. "Più si resiste in silenzio - scriveva -, meno si sente il male".
Edith è, con altre due grandi donne (Caterina da Siena e Brigida di Svezia),

patrona d'Europa. 

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