mercoledì 1 luglio 2015

1 luglio 2015: l'assalto della Bastìa

"Il giornalista è lo storico del presente", dice Umberto Eco citato dal giurista che tiene il corso pre-concorso. Corsi, ricorsi e concorsi della storia, bisognerebbe rispondere al termine di questa giornata che trasuda ancora di sudore verace ed occhi rossi. Con quell'immagine indelebile a metà tra il ritrovo per una enorme sagra paesana e un hangar di concentramento: 3 padiglioni industriali stracarichi di banchetti di scuola, acque minerali e migliaia di facce, colori, espressioni, desideri ed ansie delle più diverse generazioni italiche accomunate da uno stesso sogno chiamato anche posto di lavoro. Miraggio dell'afa?  

1 luglio 2015. Giornata storica. Tutti a prendere la Bastìa Umbra dove oggi si è tenuta la prima fase di selezione del mega-concorso Rai per giornalisti. Quello che ci eravamo iscritti a febbraio 2014 e nel frattempo ce l'eravamo scordato. Poi, venti giorni fa, la chiamata. Saremo quasi 5000 (oggi pare ne siano arrivati non più di 2800, dicono fonti confidenziali). Ne scremeranno 400. E alla fine solo 100 vinceranno. Uno su quattromila ce la fa, ma quanto è dura la salita, in gioco c'è la vita-vita...Niente. Tra le 100 domande del quizzone a risposta multipla da azzeccare in 75 minuti, nessuna domanda su Sanremo. 

Piuttosto una ridda di leggi, norme, autorizzazioni, inventori di Twitter, presidenti di Giappone e Ucraina, composizione partitica precisa precisa del Parlamento europeo, frasi in inglese da completare, un testo da leggere con domande pertinenti, un grafico a torta da prendere a fette e magari tirarsele in faccia col vicino di banco se ancora superstite; e ancora Costituzione, leggi, norme, censure, diffamazioni, manette. Però anche un po' di respiro con la cultura: lo scrittore latinoamericano morto l'anno scorso, le associazioni romanzo-romanziere, il quadro che non ti ricordi bene se è di Monet o di Manet e provi a puntare sulla vocale ispiratrice, chi sono le cariatidi (belle signore che fanno da colonna, tenetelo sempre bene a mente cariatidi in circolazione!) e l'affrescatore della Cappella degli Scrovegni. 

Santo Giotto che dall'alto ci guidi. Perché lissù in alto, a pochi chilometri da Bastìa, c'è quello splendore di borgo presepico che è Assisi. La città del santo che diventò santo sposando madonna Povertà e dicendo no alle sirene di soldi, successo e vita agiata. Che santone, davvero. Cos'avrà detto guardandoci grondare sui questionari strizza-neuroni? Che forse la vita vera non è solo lì. Che ci sono le domande, ma tante rimangono senza risposta, specie quelle serie della vita. Però così si divaga, mentre il bravo giornalista non si perde mai. Né fa perdere tempo al lettore. 

E allora, caro lettore, cos'altro vorresti sapere? Chi è passato? Se io sono passata? Quanti amici e colleghi son passati? Restano le fotografie: il treno-carro bestiame di ieri pomeriggio Roma-Assisi, con un record di carrozze senza aria condizionata da friggere i cervelli (aria fritta?). E la città del santo invasa da aspiranti giornalisti che hanno affollato i locali impreparati a fronteggiare un simile assalto (ma che è successo?, si chiedeva ieri il ragazzo dalla faccia buona che ci ha cucinato la carne chianina all'alba delle 23 in quanto, appunto, impreparato a far fronte alla journalist-invasion; di notte, sentite imprecazioni in fase digestiva).

Ma qualcosa rimane, tra le pagine chiare e le pagine scure. Parentesi, anche Liga e Guccini tra le domande. E questo va segnalato per dovere di cronaca, tra la via Emilia e il West. Rimangono i segni. Gli oggetti che simboleggeranno il valore di questa indimenticabile giornata. La banana che si è fatta il viaggio Roma-Bastìa e ha dato alla prova concorsuale quell'impareggiabile sapor-Johnny Stecchino in grado di sdrammatizzare qualunque gravame. I cerotti abbandonati da qualcuno a pochi centimetri dal banchetto di scuola dove mi sono seduta. Per dire che sempre un po' si resta feriti e contusi dalla vita, ma va bene così, fa parte del gioco. E infine il santino della Porziuncola, di quel luogo minuscolo e pieno di santità fatta di cose umili e semplici. "Dolce sentire che non son più solo, ma che son parte di una immensa vita". La prossima volta almeno una domandina su S.Francesco, dài. Che di sicuro è gratis, ecologica e pacifista. Perché ora - vada come vada, vinca il migliore - abbiamo tutti un insopprimibile diritto alla pace. 


Nessun commento: