mercoledì 27 gennaio 2016

A me gli occhiali, please

"Naturalmente non dobbiamo aspettarci che sia tutto perfetto. Perché come tutte le cose che promettono di fare tutto, ci sarà sempre qualche imperfezione...". L'ottico parla e tutto appare sfocato, anche se questa frase me la vorrei segnare per il capitolo 'I paradossi della perfezione'. E' il miracolo delle lenti multifocali, multi-lodate da chi dice che avere tutto in uno è un grande progresso, che vedere da lontano, medio e vicino senza togliere e mettere, ti cambierà la vita. O la vista? 

L'attore famoso della porta accanto, sull'ascensore, scuote la testa: "Chessoqquelli che devi alzà e abbassà la testa pevvedè? No, io me faccio l'operazione." Saggio di un attore. Però nella vita è anche questione di fiducia, di provarci, di aprirsi al cambiamento. Per esempio ora scrivo con gli occhiali nuovi, però posso anche girare la testa e vedere il panorama dal finestrino del treno che corre. Forse bisogna solo abituarsi. Oppure cambiare sguardo sul mondo. Perché uno debba poi cambiarlo a 45 anni, è da chiederlo a qualcuno che abbia dimestichezza con i grandi interrogativi esistenziali, meglio se Dio in persona giusto per evitare di spendere in psicanalisi o altro.

"Certo, copiare il compito dal banco del vicino...questo non sarà possibile", soggiunge sempre l'ottico che, dopo due ore di prove e riprove per leggere e mettere a fuoco lettere e letterine, è evidentemente stremato, e ripete quella frase che sempre deve destare preoccupazione in chi la sente: "Di norma succede così...normalmente ci si adatta...nella media son tutti contenti...". Ma c'è sempre l'eccezione che conferma la regola, e bisognerebbe essere pronti ad accoglierla. 

Il vero domandone che dovrebbe fare l'ottico è infatti il seguente: preferisci contare le pecore che brucano nel prato o leggere il bugiardino dell'Aspirina? Preferisci spaziare con la vista, sempre e comunque, o imparare che quando fai le scale le vedi sfocate e devi quindi abbassare il collo cercando di di non rompertelo inciampando sulle stesse scale? Perché sappi che con gli occhiali multifocali addosso dovrai anche esercitarti con la cervicale: qui sì davvero due in uno, e risparmi almeno sulla ginnastica posturale, visto che il multifocale è anche multi-salato. 

"Ah, è tutta nartra vita", assicura il panettiere multifocalizzato da anni, che però dice di fare attenzione a leggere con troppa foga tutti i nomi dei formaggi, dal puzzone di Moena al provolone dolce, perché "guardi che può pure cascare all'inizio". 
A me gli occhiali, please. Se potessi tornare al vecchio togli e metti, ho come l'impressione che mi sentirei tanto più felice. 
(Però questo è il primo post post-multifocali, e in fondo non è poi venuto così male)

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