Un giorno signorina Silvani.
Un giorno fungo atomico.
Un giorno tappo di bottiglia di spumante.
Un giorno levriero afgano.
Un giorno foglia di verza.
E tutto questo perché un giorno uno si sveglia e dice: basta, diamoci un taglio.
E si affida alle mani del signor parrucchiere che però deve fare il taglio che si veda che è proprio un taglio e non un generico alleggerimento di chioma o una sfrondatina, come magari uno ha osato timidamente domandare.
Egli sfronda, e parla dell'ultimo film di Checco Zalone,
sfronda e parla della morte di David Bowie,
sfronda e dice che i capelli bisognerebbe lavarli ogni giorno perché ogni giorno
ci sono tossine da espellere. Ogni giorno tutta la testa da purificare.
"Ora tajo tutto qua sotto, in modo tale che poi sopra i ricci esplodano."
Usa proprio il verbo "esplodere", e l'effetto è precisamente quello:
un fuoco d'artificio di ricci che non sanno bene dove appoggiarsi
visto che, più che un taglio, il signor parrucchiere ha realizzato un trancio.
Se la pace è sentirsi in armonia prima di tutto con se stessi,
questo trancio mi ha tranciato a metà.
Dio esiste, vive a Roma ma non fa il parrucchiere.
(parafrasi di quella gran bella provocazione che è il film belga 'Dio esiste e vive a Bruxelles': l'avete visto? Vedetevelo!)
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