mercoledì 22 marzo 2006

Illegality killed the cat


Ricordo un articolo di molti anni fa intitolato ‘Quando l’illegalità è norma’. Me l’ero ritagliato perché descriveva una realtà di baronie ed abusi universitari che stavo sperimentando in prima persona provandone un certo schifo misto a nausea, vergogna e tanta, tantissima rabbia. A distanza di quasi dieci anni, constato che quell’illegalità è cresciuta, come si cresce nelle aziende dove sai, ti facciamo un contratto di tre mesi, e poi di sei mesi, così cresci nell’azienda, e a forza di crescere poi ti spunta un fiore in bocca, e la bocca ti si blocca perché cosa vuoi dire? Cosa vuoi dire quando un contratto enuncia nero su bianco che ‘non ci sono costrizioni orarie’, ‘né vincoli di subordinazione’, e invece tutti, dal primo all’ultimo non-dipendente, si alzano dalla sedia quando sono scoccate le 8 ore lavorative? Cosa vuoi dire quando o accetti questa regola non scritta oppure grazie, arrivederci, avanti il prossimo, gli lascio il posto mio (arg: reminiscenza cocciantifera affiorante a sproposito in questo momento)?



Diceva ieri un’amica: hanno inventato le macchine per velocizzare i tempi umani, e invece eccoci qua a stazionare ore ed ore in uffici saturi di PC e di luci al neon, ad usare schermi e tastiere senza saper più usare il cervello. Sì, io il pensiero pensante e pesante non lo vedo più, se qualcuno lo avvista mi faccia un fischio. Altrimenti mi viene da concludere che siamo immersi in un nuovo totalitarismo più strisciante, ma assai simile a quello analizzato dalla Arendt nei suoi saggi sulla banalità del male, di cui ieri ha parlato in una conferenza Julia Kristeva. “Lo sradicamento del pensiero nell’essere umano, la sua rinuncia a pensare con la propria testa, la docilità con cui si affida ai superiori che gli impartiscono gli ordini”, tutto questo si ritrova tra le “condizioni socio-politiche del totalitarismo nazista” (J.Kristeva, Hannah Arendt, La vita, le parole, Donzelli 2005). Ma siamo così sicuri che non si ritrovi anche nel nostro tempo, mascherato da democrazia e libertà?
 

 



 


 

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