mercoledì 2 agosto 2006

Traslocandum est

Scrivo da una nuova stanza, dove arriva nuova aria.
Sento che il semplice trasloco da una stanza all'altra mi ha reso più saggia (oltre ad aver aumentato il mal di schiena).
Ecco alcuni frutti di questa conquistata consapevolezza esistenziale.


1. L'accumulo del superfluo è assai pernicioso epperò inevitabile. Ero partita in stretto stile monastico e mi sono ritrovata con armadio sormontato da altoparlante acquistato in un momento di euforia, bottiglie di vino vuote, scatoloni di cartone, scatolo rotondo in metallo (ex contenitore di pandoro) provvisto di spazzola pulisci-scarpe e necessaire da cucito.  Per non parlare dell'interno dell'armadio, dove spartiti di Beethoven e De Andrè hanno coabitato con 2 inutili tomi del Codice dell'informazione', computerino portatitile a manovella, materiale su Cleopatra ed Etty Hillesum, fotografie di Israele, zainetto in cuoio, mantella per la pioggia di Radio3 e la lista potrebbe continuare ma mi viene un conato al solo ricordo dello svuotamento.

Mi autoconsiglio per i prossimi mesi l'eliminazione alla radice di quanto non è essenziale, incluso il rifiuto di regali ingombranti o pesanti (vedi il bicchierone in cristallo baccarat che ho l'impressione cadrà A CASO uno di questi giorni; d'altra parte la posizione, sul davanzale della finestra, lo invita a lasciarsi andare; basta che in quel momento non passi nessuno qui sotto; speriamo bene).


2. Il lavoro manuale rende incapaci di pensieri profondi e pertanto è assai benefico per tutta la progenie (estesa e pericolosa) dei segaioli mentali-variamente paranoici-semplici oziosi di mente. Qui sarebbero illuminanti alcune citazioni di Simone Weil, che per un anno fece l'operaia in fabbrica, ma il libro dal quale potrei trarre la citazione è racchiuso in uno degli scatoloni del trasloco, e questa sua irraggiungibilità è forse un bene. Scrivo meno, e vado avanti.


3. Ci sono lavori che sarebbe meglio fare in due. Ha voglia il portiere a dire 'eddevifacconcalma', piano piano, 'na cosa alla volta'. Io ho fatto piano piano, 'na cosa alla volta, però, per dire, l'armadio vuoto sono riuscita a trascinarlo solo fino a una parte della stanza. Ci sarebbe bisogno di un aiuto per trasportarlo alla parete opposta della stanza. Quella dove lui, si capisce, starebbe meglio, perché è la parete dell'intimità e uno quando si veste ha bisogno di intimità. Quando sei solo e pensi che sarebbe meglio che ci fosse anche qualcun altro, ma questo qualcun altro non c'è, l'unico risultato del pensiero in questione è quello di farti sudare. E allora meglio non pensare questo pensiero. (ma perché il portiere è così tardo di riflessi? Eccchecccevoleva a candidarsi come trasportatore di armadio?)


4. L'Ikea è altamente sconsigliata agli indecisi. Il dispiegamento di 50 diverse tipologie di sedie dai nomi maschili che evocano i fidanzati di una mia cara amica (Roberto e Jeff, per citare le due che adesso riposano in cucina; poi la mia amica ha sposato Roberto, però di Jeff era molto amorosa, quasi follemente, come tutti gli amori impossibili) rende isterico chiunque abbia problemi di orientamento nelle scelte più semplici e quotidiane della vita. Quale caffè prendere? Quale tonno? Quale carta igienica? Attento al prezzo, alla marca, agli ingredienti. Basta il supermercato per esercitarsi nell'arte del discernimento spesaiolo. Il pensiero che anche le sedie dove appoggerai le tue natiche debbano essere sottoposte ad una disamina da anatomopatologo, mi provoca un disturbo profondo, quasi viscerale. Robe che i rimedi omeopatici non capiranno mai.


5. Il mondo può sembrare diverso, basta cambiare stanza. Però è solo un'impressione perché QUELL'sms che aspettavi è arrivato, dopo opportuna sollecitazione, ma finisce lì. E allora? A che serve cambiare stanza? Ma devo stare contenta perché 'a room of one's own', come diceva Virginia Woolf, è un privilegio che non tutti possono concedersi. E forse da una stanza tutta per sè una piccola parte di mondo si può cambiare.  

6. Il dolore e la fatica rendono solidali. Guardo la coinquilina con occhi nuovi e mi sento già di volerle bene.


7. Senza tv in cucina si sta meglio. Non so fino a quando durerà, ma radio mon amour. Forever.

8. Da uno a due, quanto vi sentite più saggi dopo aver letto queste considerazioni?

10 commenti:

utente anonimo ha detto...

Da uno a due: dieci e lode!
Soprattutto il punto 1 è in perfetto stile "decrescita" come piace a me.

Sono riuscito ad ascoltare "Souvenir" una sola volta: i miei orari di lavoro, paradossalmente, rendevano più facile il tuo ascolto nella "mezzanotte di radio2".
Comunque la trasmissione è confezionata bene e tu 6 brava. A quando il tuo ingresso nella redazione degli amici di Caterpillar?

Taxi driver

utente anonimo ha detto...

ciao Lucia,
ma allora sei a Roma?
Mi hai regalato una bella risata con la storia delle sedie Ikea e dell'indecisione.
Ti auguro un gran futuro nella nuova stanza.
Sei a zonzo per i comuni di roma??
vabbè ti cerco via radio così poi mi faccio viva con i commenti.
Un abbraccio stretto stretto.
Valè
(quella de roma)

utente anonimo ha detto...

Non mi sento molto più saggia, ma dopo aver appena finito la tua "guida xenofoba" su Trieste mi sento molto più leggera! Da triestina mista (I sciagura), trapiantata nel Monfalconese da "putela" (II sciagura), ma comunque co-abitante con nonno triestino "de rena" e nonna istriana... trovo che solo chi si allontana da trieste possa veramente farne un ritratto impietoso (ma tragicamente realista). Splendito lavoro, complimenti a tutte e due! - Elisa

utente anonimo ha detto...

Ah, quanto sono veri i punti 3 e 4! Lo scrive (seduta su Kristofer) una che ha montato e spostato da sola un sacco di ingombranti mobili Ikea (così furba da montare prima e spostare poi...).
Ciao!
Annalisa
PS Woolf con due O.
Perdona la pedanteria, ma su VW sono fissata...

utente anonimo ha detto...

Ciao!
E' da tantissimo che non ci vediamo,
eppure,
sfogliando questo Tuo blog,
per cui ti faccio i miei complimenti, rileggo, risento e ritrovo la mitica "Lucilla" degli anni '80.
Perché già allora, avevi una marcia in più.
Troppa nostalgia, è meglio che vada a bermi un caffè (triestino)!
Ti abbraccio.
Andrea Zig

utente anonimo ha detto...

Che bello leggervi! Prometto aggiornamenti a breve...

utente anonimo ha detto...

da anni, e ad ogni trasloco, mi riprometto di eliminare il non essenziale....fammi sapere se ci sei riuscita! io sono riuscita solo ad aumentare il numero degli scatoloni che rimangono chiusi di anno in anno, di trasloco in trasloco....sono anche perfettamente daccordo sul pensiero sudogeno "quando sei solo e pensi che sarebbe meglio che ci fosse anche qualcun altro, ma questo qualcun altro non c'è...". ed è vero che il mondo può sembrare diverso anche solo cambiando stanza, anche se l'sms arriva sollecitato e lì finisce, ma il mondo "sembra" diverso, ma invece....ma forse il trucco è tutto lì...
chicca

utente anonimo ha detto...

"Chi parte nostalgia lo move, chi resta nostalgia lo tiene", scriveva Noventa. A me la nostalgia mi move in media ogni due anni e mezzo e l'ultima volta mi ha sospinto fino in Krukkenland. Devi avere delle facoltà divinatorie, cara L., visto che mi chiamavi tetesca di Cermania. L'Ikea è stata una scelta obbligata per il suono più rassicurante del suo nome rispetto a quello del maggiore concorrente tedesco, i.e. Segmueller (no, non vuol dire mugnaio segaiolo, ma è da paura lo stesso).
Cià
Francesca Gio

lucicosmo ha detto...

Non posso credere che l'ultimo commento sia di Francesca Giovannini! Scusa Francesca Giovannini, alla faccia della privacy devo ripeterlo più volte perché non pensavo che un blog potesse radunare due compagni di liceo in una lista di commenti! Potenza dei 'Triestini', gavè tuti guardà la presentazion del'autrice, no gavè comprà el libro e bon, vaben cussì, vevojoben

Dichtung ha detto...

Indovinato! Visto che l'anonimato non ha più senzo, mi sono registrata. Ritrovo più senzo nei blog italioti che nei vari corrieroni e repubblichine.

P.S.1 ti ho trovata per caso partendo dal sito di Radio 2
P.S.2 Ich liebe euch auch