venerdì 8 dicembre 2006

La fine e l'inizio

Arrivata alla fine, posso dirlo a ragion veduta. Il castello bianco del premio Nobel per la Letteratura turco Orhan Pamuk fa veramente schifo. E non è per colpa del romanzo, ma a) della traduzione e b) del profluvio di errori ortografici/stilistici/grammaticali che non fanno onore all'editore Einaudi. Nonostante il campo minato rappresentato dalle 159 pagine di testo, segno una frase che mi ha colpito verso la fine.

"Lo strano e il meraviglioso noi dovevamo ricercarlo nel mondo, e non dentro di noi! Cercare quanto era in noi, spingere il pensiero così in alto sopra di noi, ci avrebbe resi infelici. Ecco quel che era capitato alle persone del mio racconto: per questo i personaggi, i protagonisti, gli eroi non si piegano in alcun modo a essere se stessi, e ambiscono eternamente a essere un altro (...) Non voleva nemmeno prendere in considerazione quel terribile mondo in cui gli uomini parlavano sempre di sè, della propria singolarità, e i libri e i racconti ruotavano sempre attorno a quell'argomento."

Infine, una domanda, che in fondo vale tutto il libro: "E' femmina o maschio, la cozza?".

2 commenti:

ilgattosilver ha detto...

Cose turche...

lucicosmo ha detto...

Very turkish, really (da pronunciare con r ben marcate)