domenica 1 febbraio 2009

Case chiuse

Diciamolo con chiarezza e decisione e un pizzico di rabbia: vivere in una casa di proprietà nel centro di Roma è attualmente impraticabile per chi non abbia almeno centomila euro in contanti già a disposizione. Non mi è mai piaciuto parlare apertamente di numeri e soldi, ma oggi sembra impossibile eludere la questione: l'economia non solo è diventata l'unico motore immobile di tutto ma è anche riuscita a monopolizzare le nostre conversazioni private, dalle più intime alle più salottiere e metropolitane.  

Ho finora voluto reagire a questa forma di invasione fiscale in vari modi, tra cui anche la vita comunitaria in una casa in affitto, dove ciascuno non è proprietario di niente ma solo provvisorio occupante di una stanza. Mi dicevo: finché i prezzi delle case sono così alti, inverto la disgrazia (di non potermi permettere una casa tutta per me) trasformandola in un'opportunità di condivisione di uno spazio vitale con altre persone, che tra l'altro mi costringono ad uscire dal guscio egocentrico nel quale è così facile rinchiudersi.

Oggi questa scelta molto idealista diventa via maestra unica, in omaggio alle ultime direttive del Governo in materia scolastica ma evidentemente valide anche per altri ambiti del nostro vivere civile. Credo che vivrò in una casa condivisa ancora molto a lungo visto che gli unici luoghi in vendita a prezzi accessibili nel centro della capitale sono i box per auto o i magazzini spacciati per case. L'ultima visione immobiliare corrisponde ad un "delizioso monocamera" di 220mila euro, 37 metri calpestabili, piano terra con ingresso indipendente e due finestre che si affacciano sul muro del palazzo di fronte, umidità consumante e bagno rigorosamente senza finestra. Persino gli zingari circensi che girano il mondo su roulotte mobili se la passano meglio.

Continuo a ritenere che i soldi non siano tutto e che si possa essere felici anche da "poveri", quando la "povertà" fa comunque rima con un tetto sopra la testa e tre pasti al giorno garantiti. Credo però che qualcuno dovrebbe se non altro indignarsi e poi, se non è troppo gravoso, fare qualcosa. E voi, cari immobiliaristi, perché alcune case non le chiudete direttamente e ci risparmiate la fatica di venirle a vedere? Case chiuse per tutti, e passa la paura.

3 commenti:

Giulia_Blasi ha detto...

Qualcuno che compra c'è: ci deve essere. I prezzi forse si sgonfieranno un pochino con la crisi in arrivo, ma considerato che anche i nostri stipendi si sgonfieranno in proporzione, temo che anche noi continueremo a foraggiare il nostro padrone di casa. Molto a lungo.

lucicosmo ha detto...

Il che dimostra (come ho sempre pensato) che il Paese non è così povero come si dice. Le sacche di ricchezza ci sono, e sono pure belle grosse. Ciao Giulia!

Arlon ha detto...

Come diceva Benigni nel suo famoso Tuttobenigni '96, se c'è un debito pubblico così alto, voglio proprio conoscere chi è che ha tutti i soldi!

Altro problema è che continuiamo tutti a foraggiare il nostro padrone di casa a nero, peggio mi sento se, come nel mio caso, è guardia di finanza in pensione