giovedì 5 marzo 2009

Il blocco delle pensioni

C'è chi dopo la pensione entra in crisi e chi invece scende in piazza per gridare i propri diritti. Quelli che oggi hanno bloccato il traffico nel centro di Roma erano indicativamente pensionati del secondo tipo ma mentre ero sull'autobus, assorta nella lettura dei 'Microcosmi' di Magris (quale sublime malinconia!), non me n'ero accorta.
Scusi mi fa scendere? Il guidatore esita un po' ma poi cede alle richieste, raddoppiate in una manciata di secondi. Fuori è tutto un dispiegamento di bandiere rosse e berretti rosssi e foulard rossi. Silvio! Trema! Son tornati i comunisti!
Una volta appiedata mi vien da fermarne un paio di questi pensionati, complessivamente dall'aria molto arzilla e paffuta. Oibò, pensionati, ma è possibile che in Italia non si faccia altro che parlare di pensioni? E a noi, generazione s-pensionata totale, chi ci pensa? Pensioniamoci tutti a questo punto!

Due pensionati con le bandiere della CGIL-Bergamo si fermano di fronte a questo accorato appello che rivolgo loro da un ponte, da sempre luogo di dialogo e collegamento tra due sponde lontane e quindi quantomai indicato anche per il difficile incontro tra generazioni. "Io alla tua età non ci pensavo neanche alla pensione. Ma siete voi, giovani, che non vi organizzate". O vecchio, quanto hai ragione, dico che in effetti siam tutti un po' spaiati tra lavori spaiati, e non riusciamo a fare quello che fanno loro: dialogare e fare rete. "E' che noi sappiam cos'è la solidarietà...siam cresciuti negli anni '50, dopo la guerra, abbiamo combattuto per i nostri diritti, conosciamo lo spirito di sacrificio, sai quante battaglie per far mettere la mensa in fabbrica..."
Lo guardo negli occhi, il pensionato bergamasco, e mi pare di vedere una salute scoppiettante a dispetto dell'età confessata: 65 anni. Sei molto più vivo e vivace tu, o vecchio, che tanti altri giovani con tre g davanti e zero voglia di vivere. "Quèsti ('e' apertissima bergamasca) giovani son tutti col cellulare ma non parlano, fan anche l'amore col cellulare!"

Ah, cari i miei pensionati bergamaschi, voi mi identificate come "giornalista" mentre io son solo una donna curiosa e desiderosa di parlare col mondo, con la gggente, con l'umanità tutta. "Ma non vogliamo solo l'aumento delle pensioni, chiediamo anche che ci siano sostegni per aiutare le persone anziane quando non sono più autosufficienti...Guarda che se avevamo un po' più di tempo ci andavamo e prendere un caffè!". Eccola, la solidarietà dei vecchi, quella di cui, morti questi vecchi, ho l'impressione che perderemo il ricordo perché non la conosciamo e non è un bene ereditabile.
Dopo una serie di involuzioni circensi, l'ombrello arancione si sfascia per la forza del vento. "A l'è andat a remeng l'ombrel!", chiosa il vecchio solidale. Riprendo il cammino con una nuova gioia nel cuore, leggera come una piuma. Tanto la pensione è lontana, indicativamente irraggiungibile. A remeng la pension!

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