mercoledì 7 ottobre 2009

Nunc est bibendum

Nunc est bibendum, quia lodum alfanum bocciatum est!, esclamo interiormente alla notizia della bocciatura del lodo Alfano. Alla Casa del Cinema, dove è appena terminato un incontro con Carlo Verdone, parte anche un piccolo applauso accompagnato da gridolini di gioia. Dentro sento che potrei percorrere tutta Roma a piedi, e in parte seguo l'ispirazione. Passo da via Veneto, lambisco il Café de Paris sequestrato alla Dolce vita della 'ndrangheta, cerco di spiare i volti dei camerieri, di vedere se c'è già aria di disfatta ora che un po' di giustizia è stata fatta. Niente di niente, la vita prosegue, i turisti sorseggiano l'aperitivo ed io sono in preda ad un'incontinenza urinaria che si scontra con la sovrabbondanza di hotel a più di cinque stelle, dove non ho ancora la faccia tosta di entrare per chiedere se è possibile usare la toilette. Opto per una caffetteria anch'essa di alto rango visto il marchingegno per asciugare le mani: un'aspirapolvere formato mignon che per poco non aspira anche le dita o la mano intera. Esagerazioni da ricchi.

Baldanzosa e saltellante, approdo davanti alla Consulta, che poi si trova davanti al Quirinale. Spianata di grandi poteri, dove mi aspetto di trovare un girotondo di persone che festeggia la buona novella. Ma, anche qui, nulla. Eppure le sculture trombettanti che svettano in cima alla sede della Corte costituzionale sembrano quasi emettere suoni di gaudio. Giù, in piazza Venezia, è il caos. Suoni di sirene e blocco di camionette e polizia. A pochi metri c'è palazzo Grazioli presidiato. Passo il primo cordone perché dico che devo andare più avanti, verso la chiesa del Gesù, ed evidentemente non risulto così pericolosa come farebbero presupporre i sandali e il passo da carabiniera. Mi spiegano che tutto questo dispiegamento di forze dell'ordine non è causato dalla recente notizia della bocciatura del Lodo ma dalla presenza del premier assieme ad un alto prelato all'inaugurazione della mostra di palazzo Venezia 'Il potere e la grazia', di cui oggi a pranzo si era vista una presentazione al TG1.

Il potere e la grazia, santo cielo che parole. Pronunciarle lì, in quel luogo, suona quasi blasfemo. O forse perfetto. La curiosità è tanta, e per un po' mi fermo a guardare. Un poliziotto sogna di vivere a Firenze, dove magari si potrebbe stare un po' più tranquilli, mentre per me sono momenti di fermento in cui avverto la necessità di toccare con mano, vedere, fondermi tra la gente. Circumnavigo il palazzo Grazioli delle tante grazie, e mi metto vicino ad un piccolo drappello di persone che, dopo un paio di domande, appaiono chiaramente pro-Berlusconi. Si apre un dibattito, finalmente sottratto alle telecamere di qualsivoglia talk-show: una signora dagli occhi miti dice che "alla fin fine sono tutti uguali, guardi che anche gli altri non sono meglio"; le fa eco una ragazza che parla di "accanimento, lasciategli almeno fare il suo lavoro". Scusate ma se è dimostrato che è corrotto, che ha processi a carico, che insomma non è precisamente un uomo integro ed onesto, si potrà finalmente arrivare ad una verità che ci consenta di voltare pagina?

Poi il discorso si allarga sulla questione morale e sulle recenti vicende a sfondo sessuale. La ragazza dubita di quanto finora appreso perché "ha avuto il tumore alla prostata, ha più di 70 anni...via, come si può?". Infatti: come si può? E' questo il grande interrogativo che ci attanaglia tutti. La signora, però, età di mia madre e un figlio ingegnere che vota a sinistra nonostante abbia lavorato in Mediaset e sia stato trattato benissimo, è convinta che il punto è questo: ritornare alla fede, "senza Dio non si è felici". Potenza di quell'uomo: anche davanti a casa sua è riuscito a distoglierci dalle vicende giudiziarie che lo coinvolgono, spingendoci su lidi alati, dove la politica può fare davvero poco.

2 commenti:

utente anonimo ha detto...

"Riesci a udire, nell'aria, qualche nuova strana risonanza ?"
"L'odo".

Cin cin !
Taxi-driver

Arlon ha detto...

Sarò assuefatto, ma ieri non sono riuscito a farmi conquistare dalla decisione della Consulta. Il tumore alla prostata di tutti gli Italiani ha ormai invaso gli altri tessuti. Quanto ci vorrà per ricostruire uno straccio di senso civico, di senso delle istituzioni e dello stato, di un punto di vista che vada oltre il bieco individualismo ed egoismo. Quindici anni di Berlusconi hanno svuotato le istituzioni dal di dentro, hanno fatto diventare opinione comune che non ci sono regole ma tutto si risolve nell'interazione tra persone. Ci sediamo a un tavolo e nel silenzio delle mani che si stringono sottobanco accomodiamo tutto. Sono gli ideali che sono stati ammazzati, ben che vada il meno peggio è sognare di andare a ponte Milvio a stringere lucchetti. Adda passà a nuttata.