sabato 27 febbraio 2010

Mens sana in corpore insano (breve favola subreal) 

Il disoccupato Jonny aveva trovato un'occupazione stabile. Il lavoro a tempo indeterminato che tanto avevano sognato i suoi genitori si era finalmente materializzato sotto forma di contratto con tutti i contributi, tredicesima e ferie pagate: tre volte a settimana doveva fare il domatore di leoni in un circo di periferia, che ci teneva così tanto ai suoi lavoratori da assumerli in pianta stabile per sempre, finché morte non ci separi, proprio come un contratto di matrimonio che non implica le ferie ma è pur sempre un impegno che uno contrae davanti a dei testimoni, con tanto di firme e scambio di anelli.

Jonny in realtà l'esperienza matrimoniale non la conosceva né, probabilmente, la voleva conoscere. Ma quando il piccolo circo 'Orchei' gli aveva prospettato una brillante carriera da domatore di leoni, non aveva saputo dire di no. In tempi di crisi, vuoi rifiutare un contratto a tempo indeterminato, seppure all'interno di una gabbia di animali feroci? Il mondo del lavoro è comunque una giungla - rifletteva tra sè e sè - e ovunque ti trovi ci saranno sempre squali, rinoceronti, scimmie, aquile, pirana ed avvoltoi pronti a sbranarti. Tanto vale ritrovarsi a combattere con dei leoni veri. Il discorso non faceva una piega, e la mamma di Jonny infatti era fiera del figlio (e d'altra parte solo fiera poteva essere la mamma di un ragazzo che si apprestava ad affrontare delle fiere per tre giorni alla settimana, ndr).

Dopo il primo mese di lavoro, Jonny riportò alcuni semplici graffi al braccio destro, che era quello più esposto alle aggressioni dei leoni in quanto con esso teneva il frustino. Aveva comunque bisogno di essere medicato, e per questo andò al Pronto Soccorso più vicino al circo di periferia, situato in un piccolo ospedale chiamato 'Fatemalesorelle'. Un nome assolutamente contraddetto dai fatti: lì operava infatti un nutrito gruppo di sorelle, tutte mediamente racchie ma dotate di infinita pazienza e virtù assistenziali, che riempirono Jonny di ogni cura, fasciandogli il braccio e ungendolo poi con balsami profumati come si usava nell'antichità. "Ecche-è, Cristo in perzona?", le rimproverava ogni tanto il primario che in fondo desiderava in cuor suo di ritrovarsi ogni tanto anche lui tra le mani amorevoli delle sorelle, ma purtroppo era sorretto sempre da una salute inossidabile.

E Jonny pensava: ma vuoi vedere che la parte sana del paese la ritrovo in ospedale? Qui c'è gentilezza, prontezza, competenza, persino una forma di amore. Lì fuori, altro che leoni, ci son jene, avvoltoi, scimmie, pirana e via dicendo tutti gli animali della giungla del mondo del lavoro.

Alla scadenza del secondo mese nel suo nuovo ruolo di domatore, Jonny si ritrovò di nuovo in ospedale: questa volta i leoni - nonostante i ruoli fossero chiari: io sono il domatore e voi i domati - gli consentirono di esplorare il reparto lacero-contusi, sezione traumatologia dorsale. Anche qui, stessa esperienza di accoglienza piena di attenzioni, e poi colazione, pranzo e cena serviti puntuali alla stessa ora, compagni di stanza simpatici e un'infermiera particolarmente zelante oltre che dotata di forme generose e materne. Jonny fu quasi tentato di chiedere asilo ospedaliero per un'altra settimana ma i gestori del circo lo reclamavano in quanto il suo numero era tra i più applauditi e trepidanti dell'intero spettacolo. Il pubblico sapeva infatti che c'era da aspettarsi di tutto da quei leoni, e aveva iniziato a prendere in simpatia il giovane domatore variamente bendato e contuso.

Jonny però era davvero confuso e pensoso, e quel pensiero iniziava a diventare un chiodo fisso: è possibile che nel luogo in cui si curano i malati, si nasconda in realtà la parte più sana del Paese? Mens sana in corpore sano, dicevano gli antichi. Ma qui sembrava il contrario: mens sana in corpore insano, dove per corpo si intendeva l'edificio in cui operavano lieti e premurosi i tanti salvatori di vite e salute altrui.

Arrivò infine il terzo mese di lavoro e Jonny ci prese gusto a visitare il pronto soccorso del 'Fatebenesorelle'. In realtà aveva stipulato una sorta di tacito accordo con i leoni, che ogni volta si impegnavano a sfregiarlo fantasiosamente qua e là, in maniera tale che egli fosse costretto a ricorrere alle cure delle sorelle il più spesso possibile. E se i leoni una sera erano particolarmente pacifici, Jonny si inventava un'emicrania fulminante o un improvviso attacco di tachicardia per poter correre nelle braccia di quelle donne così affabili ed umane.

E quel pensiero ormai non lo abbandonava più, anzi era diventato la sola ragione di vita: ho trovato finalmente la parte sana del Paese proprio lì dove si crede che tutto sia malato. Suona come un gran bel paradosso ma è la verità. A quelli del circo che lo reclamavano, non sapeva più cosa rispondere visto che su 30 giorni del mese, 25 ormai li trascorreva tra le barelle e le sale d'aspetto.

Jonny aveva ormai acquisito esperienza, i leoni lo conoscevano e quasi quasi si può dire che era nata un'amicizia. Successe allora un fatto straordinario, ripreso dalle cronache di tutti i giornali di provincia il giorno dopo. Iniziarono a litigare tra loro i leoni, pare per una questione sentimentale non ben risolta tra le quinte. Roarr, diceva uno. Ro-roarrissimo, rispondeva l'altro. E dopo i ruggiti, le zampe con gli artigli e le fauci larghissime, al punto che Jonny fu costretto a portare anche loro all'ospedale, dove le sorelle ebbero le stesse identiche premure dimostrate la prima volta con lui. E' forse arrivato il tempo - pensava - in cui davvero umani e animali conviveranno tutti in pace abitando la stessa terra?

Jonny concluse che solo in ospedale tutto questo era stato possibile, lì dove la fragilità umana incontra il conforto e l'abbraccio dei suoi simili. E da quel giorno in poi chiese di poter lavorare al 'Fatebenesorelle' in qualità di domatore non più di leoni ma di primari, che alla fin fine erano gli unici a rovinare un po' l'atmosfera complessivamente felice ed armoniosa dell'intera struttura. Il circo cercò di trattenerlo ma non ci fu niente da fare, anche perché gli stessi leoni, ormai ammansiti, giocavano in gabbia come fossero gatti da cortile, e non si vedeva più la necessità di un uomo superiore a dettar legge con un frustino.

7 commenti:

utente anonimo ha detto...

Ciao!
sono "venuta a trovarti" sul  sito dopo aver letto il tuo libro sui triestini...(mi è stato regalato dopo che sono venuta ad abitare nella città metteleuropea...).
Molto carino il tuo blog!

Ciao,
Chiara

lucicosmo ha detto...

Grazie per la visita e buona resistenza a Trieste che adesso, dopo qualche anno a Roma, mi sembra comunque un lontano baluardo di civiltà! Saluti cari, Lucia

utente anonimo ha detto...

 Jonny ha letto e ha riso assai !

utente anonimo ha detto...

Cara Lucia,
sono a Trieste da un anno e mezzo e mi sembra di stare in vacanza. nel senso che si vive con una tranquillità e pace interiorie che in poche città (anche piccole come Trieste) ho riscontrato.
Faccio spesso per lavoro la spola Trieste/Roma e, ogni volta che arrivo a Caput Mundi, sono sì felicissima - la adoro - , ma non vedo l'ora di ritornare a casa, nella mia Cavana..
Se passi a Trieste, che ne dici di prenderci un capo in b?
bacione
chiara

utente anonimo ha detto...

Ben bon, ottimo il capo in b! Appena passo da quelle parti (es. nel periodo pasquale) ti faccio un fischio e vediamo di incontrarci, grazie per quello che hai scritto su Trieste. Lucia

utente anonimo ha detto...

In realtà sono io che ringrazio per te per aver scritto un libro così ironico, divertente e sincero su Trieste..(oltre al fatto che il libro è stato la mia bibbia per capire certi termini che con la ragione  non riuscivo a comprendere...).
A Pasqua ci sarò..hai un indirizzo e-mail dove possiamo scriverci? (anche per non "intasare" il tuo blog..).

Un abbraccio da una "imborazzata" Trieste...(ieri si sono sfiorati i 180 km/orari e dalla finestra vedevo dei folli passeggiare sul Molo Audace...sembravano bimbi felici ad un luna park..).
 

utente anonimo ha detto...

scrivimi a lucicos2003@yahoo.it; la bora deve essere stata incredibile ieri! saluti e a presto, lucia