sabato 15 maggio 2010

Il colore giallo

Il giallo in Italia è il colore della manutenzione. Giallo il cartello davanti ad una scala mobile dell’aeroporto romano di Fiumicino, dove ‘manutenere’ è addirittura declinato alla prima persona plurale: “Manuteniamo questo impianto”, voce del verbo “Abbiate pazienza, perché qui potranno passare molti anni, forse persino secoli, prima della fine dei lavori ma intanto noi vi abbiamo esercitati alla nobilissima virtù della speranza” (sotto, infatti, compare a caratteri microscopici, per non dare nell’occhio, la frase: “Un po’ di pazienza per un aeroporto migliore”).

E gialla è la divisa degli uomini “addetti all’efficienza e alla pulizia delle carrozze e delle toilette” a bordo degli Eurostar. Non solo in prima classe ma anche in seconda, tanto lo stato di conservazione delle toilette ferroviarie gode di un inusuale principio di uguaglianza ormai quasi del tutto assente nella vita civile stanziale: quando scappa la pipì in viaggio, via le differenze tra ricchi e poveri, tra potenti e oppressi, tra governanti e governati. Sui treni regna l’egalité rivoluzionaria: dal regionale al Frecciarossa, passando per gli Intercity, i bagni sono o alternativamente ‘fuori servizio’ (una carrozza sì una no) oppure in servizio ma tragicamente insozzati o resi inagibili dagli stessi passeggeri, che non si capisce quale ebbrezza provino a lasciare una lattina di coca-cola incastrata nel wc, o a non tirare sistematicamente l’acqua.

“Uh, signora – dice  il venditore ambulante autorizzato di panini e bibite – ho lavorato 7 anni sugli Intercity, e sa quante denunce ho visto? Eppure non succede mai niente”. Sempre confortanti i racconti di chi è ferrato sul tema, come il giovane ingegnere napoletano esperto in trasporti “su ferro”. Un uomo ferratissimo. Da Napoli si è trasferito a Roma perché non ce la faceva più a sopportare il criterio mafioso secondo il quale “se ti danno lavoro, ti fanno un favore”. Nella capitale lavora per una società mezzo svedese mezzo canadese, fanno progetti in tutta Europa, dalla Croazia alla Spagna. Scusi, ma le toilette italiche perché si riducono sempre in questo stato? “Beh, io sono un tecnico, mi occupo di trasporti, non saprei. Quello che so è che qui abbiamo idee e competenza, ma poi manca la strategia, la capacità di gestire le risorse”. Un vero giallo da risolvere.



Dunque ben vengano, anche se solo sui treni ad alta velocità – applicazione del primo principio di inuguaglianza -, gli uomini del ‘Maintenance and Cleaning’. Manutenzione e pulizia sono indicati in inglese sulle tute gialle di queste nuove figure professionali viaggianti, perché così si ha l’impressione che siano ancora più professionali, ancora più internazionali, ancora più impossibili da chiamare. Perché nessuno avrà mai il coraggio, di fronte ad una toilette intasata, di urlare nel corridoio di un Frecciarossa, tra il manager che legge il ‘Corriere’ e lo sfaccendato incollato allo schermo sulla sua pagina di Facebook: “Ehi!
Uomo del Maintenance and Cleaning! Come here to clean and maintain the toilet!”. La reazione così articolata, che richiama vagamente il felliniano ‘Marcello, come here!’, richiederebbe una buona dose di prontezza e di conoscenza della lingua inglese. E si sa come ci stiamo analfabetizzando nella nostra lingua, figuriamoci in un idioma straniero.

Eppure vogliamo darci un’ultima possibilità. La speranza è l’ultima a morire, e giallo non è solo il colore delle storie che hanno bisogno di un investigatore. Gialli sono anche gli splendidi limoni di Sicilia, gialli i canarini cinguettanti e giallo il sole che stiamo aspettando in questa primavera che tarda ad arrivare. Non sarà che anche lei si sta manutenendo per noi?

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