Terra terra
Qual è il futuro della terra? Ovvero qual è il nostro futuro? Ecco alcune risposte da 'Terra futura', mostra-convegno di 'buone pratiche' ecologiche, economiche e sostenibili organizzata a Firenze nei giorni scorsi.
Il futuro è nelle relazioni umane, dice un senegalese da 25 anni in Italia. “La mancanza di relazioni acceca l'anima”, diceva suo nonno, e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: soldi investiti in telecamere in nome della sicurezza, vicini di casa che a volte faticano a dirsi anche solo buongiorno, paure ingiustificate. “La vera cultura è sradicarsi", ottimo antidoto contro l'ossessiva ricerca di identità. Saranno gli stranieri a salvarci dall'illusione di salvarci da soli?
Il futuro è nell'armonizzazione dei chakra con campane tibetane e oli essenziali. Un uomo è disteso con due bacinelle poggiate sulle anche, una sul petto e due tra le gambe, mentre un altro d’arancio vestito gli suona soavi campane nelle orecchie. Qualcuno attorno scuote la testa con un sorriso. Più in là vedo altri uomini e donne distesi a terra, in attesa di un massaggio shiatsu o di una seduta di pranoterapia.
Fa una certa impressione vedere l’umanità che fuori corre e scalpita, qui accasciata e abbandonata tra le mani di estranei che di norma non sarebbero degnati di uno sguardo mentre in questo contesto diventano medici e terapeuti di fiducia, seppure per soli 15 minuti.
Il futuro è nel pecorone stagionato in grotte vulcaniche. E l’olfatto lo conferma. Siamo ciò che mangiamo, mi ricorda la saggia coinquilina yogista. Certo molti danni li fa la cattiva alimentazione ma anche tutta questa fioritura di 'bio' (shampoo bio, carote bio, scarpe bio, e il sudore? Bio anche quello?) mi desta qualche punto interrogativo: bios in greco vuol dire vita, e se è vero che stiamo un po' morendo come società e civiltà, la rivitalizzazione non potrà venire solo da quello che ingeriamo e poi espelliamo. Siamo anche quello che contempliamo, mi hanno insegnato degli amici gesuiti.
Il futuro è
Il futuro è vivere assieme scegliendo i nostri vicini. Questa la regola alla base del 'co-housing', di cui in Italia esistono vari esempi ma non tutti riusciti perché poi il vicino che ti scegli non lo crei in provetta. E' un essere umano come te, virtuoso e difettoso come te, e può essere che, nonostante tu te lo sia scelto proprio come un marito o una moglie, ci siano comunque delle controindicazioni sul foglietto di istruzioni.
Il futuro siamo noi, e sembra il titolo di una canzone di Umberto Tozzi ma è quello che mi rimane dentro lasciando Firenze con ancora in testa il volto sorridente di Antonio, inventore del 'Movimento Uomini Casalinghi' (MUC): un MUC un po' pazzo che parla di vita conviviale, amore itinerante e bucato fatto a mano per purificarsi, all'insegna del motto “il governo del mondo alle donne, il rigoverno delle case agli uomini”.
Via che in fondo il futuro della terra potrebbe assomigliare ad un caos creativo molto divertente.
martedì 1 giugno 2010
alle
17:45
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
2 commenti:
il futuro è quella cosa che finisce in à alla terza persona singolare.evvivà.
Salve Fabianohai firmato il lavoro per il blog di Lucia il 20 novembre 2005?Miriam
Posta un commento