Istantanee dal sottosuolo
Perché poi, alla fin fine, è sempre una questione di occhi.
Come e dove guardi, su cosa il tuo sguardo decide di posarsi.
Se hai gli occhi, chiaro.
Se sei cieco è tutta un’altra storia.
“Sono cecco con i ambi occhi”,
ha scritto sul cartello un uomo alla base della scala mobile della metropolitana.
E’ entrato nelle viscere della terra, dove abitano il buio e la concitazione
della folla frettolosa, per affidare ai nostri occhi la sua cecità assieme
alla richiesta di un aiuto.
All’inizio mi scappa un sorriso,
il ‘cecco’ con due ‘c’ mi rimanda subito a Cecco Angiolieri
e al Medioevo letterario, e forse il rimando non è così peregrino:
oscuro il sottosuolo come a lungo furono considerati ‘bui’
i secoli medievali, ma la considerazione arriva adesso
mentre lì, sul momento, getto anch’io una monetina nel bicchiere
di plastica del ‘cecco’ e vado avanti.
E luce fu. Assieme al rombo e ad una folata di vento.
La metropolitana è arrivata. Saliamo come un gregge muto
e anche un po’ cieco, gli sguardi sempre più simili allo schermo di un computer salvo rare illuminazioni e curiosità accese da un paio di gambe
che svettano sotto una gonna verde che non è mini ma neanche maxi,
e il manager di grigio-vestito lo nota con piacere.
Tutto è rapido: le immagini, le fermate, il tempo contratto
di chi deve per forza viaggiare nel sottosuolo altrimenti
alla luce del sole rischierebbe di arrivare tardi al lavoro.
Ma il manager grigio-topo, cellulare nervoso tra le dita,
quel tempo lo vuole trovare. Inquadra una volta e clic.
Sfocato. Inquadra una seconda volta, secondo clic.
Gambe metropolitane immortalate e pronte per essere inviate
ad un amico. La ragazza non si è accorta di niente,
domani forse sarà su youtube e sul profilo di Facebook
del manager rampante, per ‘acceccare’ di invidia
amici, fans, parenti e conoscenti. E nella didascalia della foto si leggerà:
"Si fosse Cecco com'i' sono e fui,
torrei le donne giovani e leggiadre:
le zoppe e vecchie lasserei altrui".
1 commento:
ricordavo "vecchie e laide lasserei altrui".vado a controllare.massimo
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