mercoledì 17 novembre 2010


Se ci bloccano il futuro, noi blocchiamo la città

Volano nel cielo gli elicotteri.
Polizia davanti alla chiesa del Gesù,
sotto la scalinata dell'Ara Caeli,
in piazza Venezia.
Cos'è?
Arrestano Silvio?
Cade il governo?
Cadiamo tutti giù per terra?

In lontananza, grida di slogan corali:
sarà mica la manifestazione della scuola
"per il diritto allo studio"?


Girato l'angolo, ecco la visione.
Un minuscolo manipolo di studenti
che sì e no potrebbe riempire 3 classi
arrivano sotto il Campidoglio
cantando: "Se ci bloccano il futuro,
noi blocchiamo la città-la cittààà-la cittààà".

Gli studenti si siedono in mezzo alla strada
e per qualche minuto bloccano davvero
uno dei punti più trafficati della capitale.

Un piccolo tappeto di umani giovanissimi
si sostituisce al passaggio pedonale,
anzi diventa esso stesso un passaggio pedonale.

Il tempo di un paio di refrain ("Se ci bloccano il futuro..."),
un paio di fotografie e il capogruppo invita
a levare le tende: "Nnamo regà".

Il taxi con giapponese a bordo passa sollevato
e il micro-drappello prosegue sommesso
davanti ai poliziotti anti-sommossa,
mentre attorno sembrano molti di più
i transfughi della scuola che approfittano
della giornata libera per andare a zonzo:
chi alla fermata dell'autobus, chi al bar, chi a fumarsi una sigaretta
davanti alle rovine della storia.

A tutti mi piacerebbe chiedere:
chi è che vi impedisce davvero di studiare, cari studenti?
Le riforme o l'ormai totale assenza, in voi e attorno a voi, del
minimo senso del dovere?
Le riforme o la droga quotidiana di computer, schermi, videogiochi e
realtà virtuali?
Le riforme o la convinzione che tanto studiare non serve,
guarda te come son ridotti gli adulti che l'hanno fatto?
Su questo'ultimo punto si potrebbe avviare
un dibattito, appuntamento al prossimo passaggio
pedonale da bloccare.

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