lunedì 28 febbraio 2011

Buona settimana bianca!

Buona settimana bianca!
Come?
Non siete andati già tutti in montagna?
Niente?
Niente.
Qua siamo tutti, o quasi, inoccupati, se non disoccupati.
La disoccupazione giovanile – dicono gli ultimi dati dell’Istat – è arrivata a quota 29%: la più alta in Europa.
Sì ma quando uno ha 40 anni non ricade più nella categoria, quindi tu di che ti impicci?
In ogni caso mi sento solidale, capisco e vorrei unirmi alla protesta.
Perché da qualche parte qualcuno inizierà a protestare.
A ribellarsi.
Tu sudi e studi, sudi e studi, sudi e studi, e alla fine il massimo che riesci a trovare è un lavoro in cui, se ti va bene, ti pagano per 3 mesi circa 2 euro al giorno.
Oppure fai la badante e, siccome hai mangiato e dormito in casa della signora che devi assistere cambiandole i pannolini ad ogni pranzo e cena, dopo 5 mesi di lavoro ti dicono che quei mesi lì non si pagano perché, appunto, hai mangiato e dormito lì.
 
Non sono casi lunari.
Non sono invenzioni della fantasia.
Sono realtà reale, vera, concreta e quotidiana.
Storie che ci raccontiamo ed ascoltiamo, mentre sorda cresce dentro la rabbia, insieme ad un forte senso di impotenza e frustrazione.
 
Perché a volte hai l’impressione che nel nostro Paese non sia più neppure una questione di vecchi e giovani. Di raccomandati ‘figli di’ o liberi battitori senza alcun sostegno né famiglia influente alle spalle.
Il problema sembra oggettivamente più profondo e radicato, ed è forse un problema culturale. O, come si dice sempre più spesso, antropologico: che riguarda l’essere italico in quanto umano del Terzo millennio, lobotomizzato e incattivito dal quasi-ventennio berlusconiano e relative tv spazzatura.
Chi oggi chiede davvero preparazione e qualità?
Quale azienda?
Quale redazione?
Quale datore di lavoro?
Personalmente sono molte di più le volte in cui mi sono sentita dire che il problema era il contrario: troppo preparata, troppo titolata, troppo colta per.

Molti di noi sono davvero ‘troppo per’. E ‘troppo poco per’.
Alcune di noi, per esempio, sono ‘troppo poco oche’ per quello che si chiama intrattenimento leggero.
O ‘troppo poco zoc…’. Via, non sia scurrile signorina.
Eppure io questa frase l’ho sentita con le mie orecchie.
Poi un bel giorno ci svegliamo dal lungo sonno e scendiamo in piazza per gridare che rivogliamo dignità, e dobbiamo essere trattate con rispetto.
Intanto però dove eravamo quando il direttore faceva i complimenti alla collega per il décolleté, mentre ad un’altra diceva galanterie del tipo ‘spero che prima o poi tu me la dia’?


Ma sorridiamo, amici, sorridiamo. E stiamo contenti.
Che una ricerca inglese (ci mancava) dice che si sta meglio quando si è circondati da persone che stanno peggio come te. Esempio: se sei disoccupato, staresti meglio in un posto dove potresti trovare lavoro? No, il tuo umore gradisce di ritrovarsi in lieta compagnia di altri disoccupati come te. Così dicono gli inglesi anonimi ai quali tutti noi potremmo scrivere per ringraziarli dell’involontario incoraggiamento a rimanere comunque, e saldamente, fermi in Italia.
E pensare che mi ero ripromessa di incominciare la settimana soltanto con notizie di cronaca bianca, cioè positiva, in omaggio alla ‘settimana bianca’.
Embè questa non è una gran bella notizia?
Mal comune mezzo gaudio. Noi avevamo già il proverbio, la scienza britannica conferma.
Viva l'Europa unita!

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