mercoledì 20 aprile 2011


 
Ei fù.
Come stai, Napoleone?
Ti senti bene?
Lo so che sei morto, ma qui ti hanno fatto morire
ancora di più.
Ei fù, come se mettendo l’accento tu fossi ancora più morto.
Perché, signori?
Ditecelo: perché?
Cui prodest, ovvero a chi giova l’accento sulla ‘u’?
Volevate rendere il passato ancora più passato
di quello che è?
Sì, via, deve essere per questo.
Lo so, non avete deturpato il ‘5 maggio’
di Manzoni. Avete però deturpato una fotografia
di Tiziano Terzani che – per carità –
parla già da sola, ma proprio per questo,
se proprio qualcosa dovevate aggiungere,
perché non scriverla per bene?
Forse perché nessuno ci bada più?
Forse perché conoscere l’italiano è diventato
un orpello inutile?
“Mi fù subito chiaro che la realtà era meno
affascinante dei sogni”.
Concetto chiaro:
la realtà degli errori ortografici che ormai
ritroviamo ovunque, anche nei libri più accreditati,
è meno affascinante del sogno
di ritornare ad essere tutti un po’ più precisi,
accorti, attenti, rispettosi anche
della più elementare regola
ortografica.
Ei fù.
Ma ora non fu più.

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