venerdì 23 settembre 2011


L’ombrello di Mary

Ora l’ho capito, Mary Poppins, perché giravi sempre
con l’ombrello. Tu sì che eri previdente, Mary.
Sapevi, per esempio, che una raffica di vento avrebbe potuto
scoperchiare la finestrella del bagno qualora la finestrella
si fosse trovata esttamente sulla tua testa.
E così, in caso di volo della finestra, tu, o leggiadra
Mary, avresti potuto entrare in bagno con l’ombrello.

Era stata una notte buia e tempestosa, piena di lampi
e di pioggia. Sul far del mattino si erano avvertiti due o tre
colpi forti, come di porta che sbatte o qualcosa di ancor
più sinistro. Sarà forse la porta del bagno, che trovasi all’esterno
della mansarda?
Ella fu!
Ma fu soprattutto la finestrella quadrata a prendere il volo,
lasciando campo libero alla pioggia.
Acqua chiama acqua, e si sa che in bagno ci si va spesso
per lasciare la propria porzione d’acqua ad altra
acqua pronta ad accoglierla. Un’apoteosi di acque,
cui si aggiungeva la pioggia che cadeva libera,
senza ostacoli di sorta.

Signora!
Signora!
Piove in bagno, non trovo più la finestra!

No, non mi dica che è successo di nuovo,
un po’ di tempo fa ne era volata via un’altra:
bah, prenez le paraplui, prenda l’ombrello!

E così feci,
e in fondo non andò poi così male,
a metà tra l’ombrellone sulla spiaggia
e il manuale delle giovani marmotte.
Se fossi stata Mary Poppins, chissà,
poi magari avrei anche preso il volo con l’ombrello.
Dal bagno esterno di una mansarda
all’ottavo piano di un palazzo anni Trenta
di Grenoble, dove i monti al tramonto
si colorano di rosa dolomiti.

Nessun commento: