mercoledì 26 ottobre 2011


Souvenir del silenzio che non c’è
  
Assisi aspetta il Papa per l’incontro di pace tra i rappresentanti di tutte le religioni del mondo che si svolgerà domani nella patria di S.Francesco patrono d’Italia. Intanto, i turisti del sacro assediano Assisi. Per cercare la pace e il silenzio? Le intenzioni più profonde del cuore umano rimangono spesso nascoste, e il frate che confessa nella Basilica inferiore di S.Francesco dice che “ad Assisi chi vuole trovare il silenzio, lo trova”. Si tratta però di una ricerca che in alcuni momenti appare una vera e propria caccia al tesoro, sconfinante in una corsa ad ostacoli.

Per le stradine medievali torme di napoletani urlano e rispondono al cellulare, che squilla anche nella Chiesa di S.Chiara, dove si conserva il crocefisso della conversione di S.Francesco. Più i cartelli invitano al silenzio, più il turista del sacro non riesce a chiudere bocca. Bastian contrario?

Alcune guide indicano il crocefisso come la hostess le uscite di sicurezza nell’aereo. Una si fa prestare anche una bacchetta con manina arancione che sorride, per indicare meglio che è lì che bisogna guardare. Come se anche lo sguardo avesse ormai bisogno di essere indirizzato da una guida. Il frate-guida, atteso il momento buono, si mette sotto al crocefisso e dice: “Volevo dire che in effetti non c’è niente da dire. Cercate di stare 5 minuti in silenzio. Chi non ce la fa, può uscire.” Le uscite di sicurezza, appunto.

Il cercatore di pace decide allora di allontanarsi un po’ dal centro. Prova a dirigersi quindi alla Chiesa di S.Damiano, luogo dove S.Francesco compose il Cantico delle Creature. Via Sorella Acqua. Anche lì, altri napoletani intenti a discutere: chi di famiglia, chi di ricariche di cellulari, chi di fatti propri. “Chi vuole cercare il silenzio ad Assisi, lo trova”. Ma fratello, scusi, secondo lei c’è qualcuno che vuole davvero cercare il silenzio? Non sembra piuttosto che il turista del sacro sia lì come un pellegrino che deve mettere bollini su una scheda ce-l’ho-ce-l’ho-manca? Dentro S.Damiano il frate-guida ammonisce: “Veloci per l’ultima preghiera che poi usciamo e ci vediamo al parcheggio”. Anche la preghiera ha i minuti contati.
  
Almeno all’Eremo delle Carceri, sulle pendici del monte Subasio, sarà possibile respirare la pace. L’aspirante eremita parte a piedi: 4 km di tornanti durante i quali pensa di trovare altri compagni di cammino lungo il percorso. Nulla. Soltanto taxi-pullmini che vanno e vengono a velocità supersoniche lungo la strada, che si chiamerebbe anch’essa via Eremo delle Carceri. L’eremita ha un sussulto di indignazione e vorrebbe carcerarli tutti, gli eremiti che corrono all’impazzata da o verso il luogo dove S.Francesco si ritirava a pregare con i suoi compagni in grotticelle o anfratti naturali tutti minuscoli. Attorno all’Eremo, cartelli che invitano al ‘Silenzio, Rispetto, Decoro’. Parole sconosciute al turista del sacro, che anche lì invade e pervade il paesaggio con le sue chiacchiere irrefrenabili. Due sposi chiedono anche la foto con lo sfondo eremitico. Nessuno dei due ha la faccia convinta, ma almeno una foto-ricordo serviva. Souvenir del silenzio che non c’è.  

2 commenti:

utente anonimo ha detto...

D'altronde non si può pensare che recarsi in un luogo Santo possa renderci santi, come i curiosi dell'orror non diventano carnefici.
Viviamo nella caotica civiltà delle immagini in cui lo spazio tra unìimmagine e l'altra è colmato da parole -troppe- in libertà e non è facile entrare in sintonia con ciò che viene dalla civiltà delle verbo in cui lo spazio tra una parola e l'altra era colamta dal silenzio.
Sicuramente c'è più quiete nei luoghi del turismo da cronaca nera perché dimostrano e ricordano la realtà dei limiti dell'essere umani.
Perché non sappiamo darci ragione dell'orrore mentre è facile essere irridenti verso la santità
E' più probabile che sia  il Sacro a trovarci, in un qualsiasi luogo, che noi a trovare santità da tour operator.

Grazie per la cronaca dettaglaita e divertente!

animanonima

lucicosmo ha detto...

Che bella la frase "che sia il Sacro a trovarci", anch'io lo credo profondamente! E' Dio che ci cerca, e noi semplicemente rispondiamo. Possibilmente senza uso di cellulari.
Saluti,
Lucia