lunedì 2 luglio 2012

Perle di saggezza balneare alla triestina

E s'apre il luglio infuocato nell'ora che pensi al tuo mare. 
E proprio davanti al mare la saggezza sembra fiorire con più convinzione.
Come se, finalmente liberi di essere noi stessi nella quasi nudità originaria, recuperassimo quegli antichi saperi rattrappiti nel gelo invernale. 

E si scongela la signora che, preso il largo, confida al bagnante vicino: "Eh, se ben portata, anche la vecchiaia è una bella cosa". E il signore si porta, si sporge, strabuzza. Ma come porti la vecchiaia bella bionda, tu la porti alla bella marinara, tu la porti come l'onda, come l'onda in mezzo al mar. Saper portare un'età come un vestito o un motorino è un'immagine che aleggia felice sulla superficie dei bagni triestini di inizio luglio. 

E s'apre anche un'altra signora nell'ora che pensa ai suoi cari.
I nostri tempi - dice - richiedono essenzialità, sobrietà, saper fare a meno del superfluo. Mentre si cambia il costume con la consueta disinvoltura degli indigeni, rapida metamorfosi da Nereide (o Biancheide vista la protezione 57) a Cittadina, confida che "bisognerebbe diventare tutti come Diogene, che beveva l'acqua tra le mani". 

Ma Diogene non era quello che cercava l'uomo con la lanterna? Non importa, anche l'immagine del barbuto filosofo greco che usa le mani come un bicchiere è un contributo d'autore alla saggezza della spiaggia. Un elemento di progresso umano che affida ai suoi simili il ricordo di quella Grecia che nessuno spread né crisi riuscirà mai ad intaccare. 

Poi la signora, ormai cittadinizzata in maglietta e pantaloni, ricorda: "Mia nipote una volta mi chiese: zia, te ga un pomo? No, go un pomodoro." E il pomodoro fece le veci del pomo. E furono comunque tutti felici e contenti. Alla tenera età di 11 anni, invece, il signore che sa portare bene la sua età - pezzo unico in una spiaggia-gineceo -, provò il sapore del pane bianco. Prima, vita grama condita anche da meduse alla griglia. 

Forse per questo al mare il signore è affezionato come ad un figlio. Lo frequenta di continuo, non resta più di dieci minuti sotto il sole, e a chi gli domanda dove si possa trovare una doccia per ripulire il sale dalla pelle, lui risponde sorridente: "Ma se uno viene al bagno per fare la doccia, allora era meglio restare a casa." E poi il sale "è come un diamante: rifrange i raggi del sole su tutta la pelle ed aumenta l'abbronzatura". 

E s'apre il diario balneare di una curiosa che pensa ai suoi mari. 

1 commento:

Anonimo ha detto...

belllissima cronaca balnerare!
(apprezzamento ostiense)