mercoledì 3 ottobre 2012

Voci dalla luna


C'è un imprenditore triestino sulla cupola di S.Pietro. Probabilmente è ancora lì, e se qualcuno legge questo blog da Roma sarebbe bello che andasse a controllare perché le cose viste con i propri occhi sono sempre diverse da quelle che leggiamo sui giornali. 
"E' quello della Voce della luna!", ha detto subito ieri sera mio papà sentendo la notizia data in diretta a 'Ballarò'. 

Quello della voce della luna sulla cupola di S.Pietro. Così bisognerebbe far ripartire il pezzo. Per dargli un suono nuovo, un'eco nuova. La voce della luna, Fellini, Benigni, Villaggio, tutti trapiantati per qualche metro a Trieste, sul lungomare barcolano. Una lontana evocazione cinematografica in un locale-stabilimento sul mare che in questi anni ho visto quasi sempre distrutto. Distrutto con la violenza delle fiamme o con l'intenzione chiara di voler rendere inutilizzabile il sogno d'impresa di un uomo che si chiama Marcello Di Finizio. 

"Non sono pazzo, sono solo disperato", ha detto nelle prime dichiarazioni che si leggono su internet. Magari nelle prossime ore sarà ricevuto dal Papa, suo vicino temporaneo, e potrà diffondersi meglio a spiegare le ragioni della sua protesta, forse condivisibili da tanti altri in questo momento in Italia. "Help! Basta governo Monti, Europa, multinazionali. Ci state ammazzando. Sviluppo? Questa è solo macelleria sociale. No aste, no Bolkestein, no Mes. Mes: stabilità per chi?", dice lo striscione esposto fuori dalla Cupola. 

Quanti di noi hanno un 'Help!' o un 'basta' da gridare al mondo? Forse non tutti avrebbero l'ardire di dirlo in quel modo dalla Cupola-simbolo della religione cattolica, ma proprio per questo gesti come quello di Di Finizio interpellano la coscienza di ciascuno di noi, che si comprenda o meno il significato di termini come Bolkestein (la direttiva europea che prevede tra l'altro la messa all'asta di concessioni balneari) e di Mes (il Meccanismo europeo di stabilità). A quale disperazione devi arrivare per rischiare la vita sulla Basilica di S.Pietro? Siamo giunti al punto che per farsi ascoltare ormai sono necessari soltanto i gesti plateali? Ha questo a che fare con la ormai quasi totale irreperibilità di interlocutori che, dalla preside di scuola al direttore di giornale, sono sempre ed eternamente impegnati in riunioni o non possono rispondere al telefono se non attraverso segretarie incaricate di ribadire la loro irreperibilità? 

Così oggi, non trovandomi a Roma ma a Trieste, sono andata a vedere 'La voce della luna' su quel lungomare barcolano dal quale si avvistano vecchie bagnanti, cormorani neri e lunghe navi piene di container. Era un ammasso di sedie a sdraio in legno accatastate alla rinfusa con l'aria funebre di bare semi-aperte, un cartello di divieto d'accesso, una sconsolante sensazione di abbandono. Fuori la scritta 'Trieste da conquistare, da scoprire, da a-mare'. Mi aspettavo almeno un post-it in aggiunta: "La voce della luna si sentirà risuonare a S.Pietro per qualche giorno". O forse qualche cartello che spiegasse meglio perché. Perché un locale puntualmente distrutto da qualche mariuolo invidioso sul lungomare più amato dai triestini. Perché il suo proprietario a gridare la sua disperazione contro Monti-Europa-multinazionali tutti assieme dal Cupolone più amato dai romani. 

Nessun commento: