venerdì 2 maggio 2014

Primo maggio: tra sconcerti e concertoni

E loro guardano.
E sono ancora loro. 
I santi papi di domenica scorsa. 
Sono ancora lì, mica li hanno asportati. 
E son così sereni e sorridenti, rossi su sfondo bluette. 
E si guardano anche il concertone del Primo maggio visto che tradizione vuole che il concertone si tenga in piazza san Giovanni, e San Giovanni è la basilica papale per eccellenza, 
una delle quattro basiliche papali che si differenziano da tutte le altre perché potresti pattinarci dentro agevolmente, 
e quando entri lo sguardo ti si perde all'infinito, un po' come quando entri in biblioteca e ti prende l'horror vacui che quello non l'hai letto e quell'altro neanche.

Primo maggio inizio del mese mariano o festa dei lavoratori? Tutti e due. Si può festeggiare l'una e l'altra cosa senza steccati, senza paraocchi ideologici o religiosi, senza dire fin lì arriva il Vaticano e lì invece è territorio dello Stato, come ho sentito dire la sera prima in una tavolata cattolica. Amici cari, quanto mi addolora sentirvi così separatori e così attenti alla legge, alla misura, al rispetto. Mi sembrate quasi dei vecchi farisei. Eppure siete giovani. "Ma non è irrispettoso farlo proprio lì, il concerto, davanti alla Basilica del Papa?" Irrispettoso? Mi prende lo sconcerto. Avete mai compilato il modulo per le graduatorie del ministero della Pubblica istruzione? Quello è irrispettoso. Privo di rispetto per chi, dopo anni di studio e di vari sudori e rabbie accumulate, deve ritrovare la forza per entrare in un linguaggio di fasce, titoli, punti, concorsi, e quest'anno pure ricorsi. 
Ma bando alle tristezze. La giornata splende di bellezza, e noi vogliamo risplendere con lei.

Turisti felici e beati nella via dei Fori imperiali chiusa al traffico, 
bancarella che vende di tutto compresa la 'misericordina' che Papa Francesco
aveva regalato qualche domenica fa a San Pietro, e il bancarellaro la vende
a 5 euro. Alla faccia! Eh, non son mica 50 euro! Ma scusi, 5 euro per un 
rosarietto dato gratis a suo tempo, via...secondo me anche il Francesco qui storcerebbe la faccia. Mentre il Papa me lo vedrei a suo agio al concertone, specie verso l'ora di pranzo, quando tutto è tranquillo e la birra non scorre ancora a fiumi.
Perché lo sconcerto vero è un po' questo. Che dove ci son giovani, il mercato si attiva
solo in una direzione: bere e fumare. Sono le uniche due cose che non mancano
la sera, quando si arriva a sentire la seconda parte del concertone, e attorno e 
tra i piedi è un cimitero di vuoti: bottiglie-lattine-faccetristi. E come potrebbe essere altrimenti se i venditori di birre-liquori ("liquori fatti a mano", dice un cartello: 2 eu) passano di continuo in tutti i formati possibili?

Il carretto passava, e quell'uomo gridava: bira!
Scusi, non avrebbe acqua? No, solo bira!
Passa il carretto col ghiaccio e le birre illuminate da led, e poi passa il bengalese con le birre a mano,
e quello con le birre nel trolley, e quell'altro con le birre sotto l'ombrellone.
Come fare se sei morto di sete e anche un po' tramortito dai fumi?
Uno fantasioso e coraggioso come Papa Francesco potrebbe inventarsi il prossimo anno 
di far girare tra i giovani del Primo maggio anche la 'misericordina'. Gratis per tutti. Perché ce ne vuole tanta di misericordia anche per affrontare il temibile mondo del lavoro, la giungla del mercato che ti stritola e poi ti lascia da parte. E a volte ti toglie anche la voglia di lavorare.
"Il nemico è dentro di noi, forse siamo noi stessi": questa perla di saggezza
firmata Piero Pelù, tribale nel suo tripudio di tatuaggi, non me la faccio sfuggire.
E dentro medito i misteri del lavoro, che fino a fine luglio c'è, 

dopo chi lo sa?

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