lunedì 12 gennaio 2015

Sotto il cielo

Sotto il cielo lattiginoso di un gennaio nordico
i campi riposano, 
un signore fotografa,
il cane lo guarda seduto.

Che pace, che sonno la natura d'inverno.
La Pianura padana scorre piatta, rada,
in lontananza sagome esili di alberi spogli,
litografie naturali di un paesaggio sospeso.

Il sole stenta, 
un brillìo di lampione nella nebbia.
Fammi almeno mettere nella direzione giusta. 
A conferma che il sole resiste. Esiste. 
Che la luce sempre risplende. 
Anche nelle tenebre.
Anche nella foschia. 

(epperò appena le ho scarabocchiate, queste cose, 
il sole è scomparso, inghiottito dal cielo di latte. 
E non sono scherzi da fare agli animi fragili, 
o sole mio. 
Poi eccolo ricomparso più rosa, colpa del treno che curva. 
Il sole non c'entrava niente. Noi sempre a cercare colpevoli
che non hanno colpe.
PS: premio sintesi e gioco di parole al graffitaro della Stazione di Bologna:
"Gente estrema

estremizza
perché 
è stremata".
Non so perché ma mi pare che si adatti bene anche ai fatti di Parigi
e a quel vuoto di senso che porta
dei giovani ad imbracciare un kalashnikov.
Sole ora tramontato sul serio)

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