C’è qualcosa di antico e commovente nella prima prova scritta
che inaugura la sessione degli esami di maturità, a pochi giorni dal solstizio d'estate. La società liquida di Bauman ritrova
qui un argine e un limite: 6 ore di tempo senza cellulari e pipì soltanto dopo
che sono trascorse 3 ore; l’uso della penna e di un foglio di carta bianco; la
possibilità di sintonizzarsi con il proprio cervello per più di due ore di seguito, senza interruzioni
e distrazioni di Whats’app o ricerche su Google, a tu per tu con il proprio mondo interiore, questo sconosciuto. Gli studenti sono nudi, e
miracolosamente silenziosi. Ed avviene una metamorfosi: anche la classe dei più
mariuoli diventa per qualche ora un’oasi di volti angelici che leggono, scrutano, pensano,
sottolineano, riflettono.
Sport e mafia sembrano essere tra le tracce più gettonate. “Quanta
strada nei miei sandali, quanta ne avrà fatta Bartali”, cantava Paolo Conte, ed oggi
si offre del grande ciclista l’immagine del Giusto tra le nazioni allo Yad Vashem di Gerusalemme, proprio per aver aiutato centinaia di ebrei grazie alla
forza delle sue gambe. Lo sport al servizio di una causa più grande, in
contrasto stridente con gli insulti razzisti negli stadi di oggi. La mafia è al
centro di ben due tracce: nel testo di Sciascia tratto dal “Giorno della
civetta” per l’Analisi del testo e nella commemorazione dell’uccisione del generale Dalla Chiesa per la Tipologia C, e chissà che qualche studente più
audace non approdi dritto dritto al grande nodo italiano della trattativa Stato-mafia.
Ma c’è anche la “bellezza che salverà il mondo” del caro Dostoevskij e il tema
dell’illusione della conoscenza, che può portare l’uomo a scoperte vertiginose o
alla distruzione dell’umanità, come nel caso della bomba atomica. Per i più
poetici e amanti della letteratura Ungaretti del “Porto sepolto”, titolo della raccolta quanto mai attuale
in un tempo di porti chiusi e sepolti.
E mentre i volti dei ragazzi appaiono concentrati e sereni, intenti a
leggere il papiro di 9 pagine delle tracce, al TG improvvisamente la scuola
diventa la seconda notizia della giornata, o addirittura la prima sulle pagine
online dei quotidiani. E per un momento, nel tritacarne delle notizie usa e
getta da 1 minuto di concentrazione, fa capolino la profondità, la necessità di
prendersi un tempo serio per leggere tutte queste tracce, qualora ci si volesse
documentare, ed eventualmente anche soffermarsi a pensare e riflettere. Ci si
accorge di essere davvero inseriti nella “dittatura totalitaria del presente”,
come scrive T.Montanari nella proposta B1, e di avere per questo tanto bisogno
di immergerci il più spesso possibile nello stupendo patrimonio storico e
artistico che ci circonda, perché “il passato che possiamo conoscere attraverso
l’esperienza diretta del tessuto monumentale italiano ci induce a cercare
ancora, a non essere soddisfatti di noi stessi, a diventare meno ignoranti”. Ma
se ogni giorno i TG si aprissero con un pezzetto delle tracce di
maturità?
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