Che tu sei qui, che la vita
esiste, che il potente spettacolo continua e tu puoi contribuirvi con un solo
verso.
Che il Natale si rinnova ogni
anno, ed è ogni anno diverso.
Che ci sono ancora persone capaci
di farti emozionare, commuovere, parlare al tuo cuore. Come Simone Cristicchi
in concerto a Trieste la settimana scorsa, in uno scambio d’amore tra la città
della “scontrosa grazia” e il poeta che ha saputo cantare con sapiente
delicatezza la follia, l’esodo, il lavoro nelle miniere, la parabola triste di artisti colpiti da sventura, le calunnie piccole e grandi di chi si diverte
a veder crollare i suoi simili.
Che anche il film di una fiaba
antica come “Pinocchio” può regalare una gioia bambina ad un’intera sala di un
cinema di un centro commerciale anonimo, ed ancora una volta si rinnova il
miracolo dell’arte che trasfigura e ridona vita.
Che tu sei qui, e puoi fare anche
compagnia a chi non ha compagnia. Al signore che al cinema ci va da solo e non
sa a chi dirlo che il film è bellissimo e “no xe facile”. Non è facile no, caro
signore, non è facile nulla: non è facile la vita, non è facile fare un film
così pieno di effetti speciali e volti umano-fiabeschi, tant’è che il regista
ci ha impiegato quattro anni, così ha raccontato. E che dire di quella meraviglia di
Geppetto-Benigni? “Bravissimo, bellissimo”, a qualcuno lo deve pur dire il
signore solo. Altrimenti implode.
Come quell’altro signore che
anche lui riversa tutto ad un gruppo di amiche sconosciute, sedute al tavolo
vicino di un improbabile ristorante del centro: dolori, sfortune, drammi enormi
di una vita che non è stata facile. “No xe facile”: non è stato facile
sopportare lutti, violenze e tanto altro difficile da scrivere. Perché poi c’è
il mistero più indicibile del mondo che sta per compiersi in questa notte. E
chi ci crede, sa di non essere più solo.
Nessun commento:
Posta un commento