Ed ora sì che si può chiudere il sipario su questo anno 2020: il primo d.C., dopo il Coronavirus.
Abbiamo contemplato nel silenzio l’arcobaleno che fa pace tra Dio e gli uomini sulla terra,
dopo una pioggia sottile ed innocua.
Abbiamo visto germani e cormorani volare lisci sul mare calmo, placido, quasi
fermo, concentrato a riflettere solo il cielo di nuvole e di azzurro scuro
invernale. Cielo industriale di una zona dove bisogna per forza riconciliarsi
con i contrasti; dove l’inceneritore funziona anche oggi, 31 dicembre, ma sullo
sfondo rosa-azzurro volano in controluce i gabbiani, leggere ed aeree sagome nere.
Nel canale di periferia che uno si aspetterebbe soltanto putrido, melmoso e maleodorante,
affiorano ricci sugli scogli in un pomeriggio di bassa marea; proprio i ricci
che amano i fondali puliti, che sono garanzia di mare immacolato da bandiera
blu. E in lontananza vedi anche loro, i due cigni bianchi soavi, che proprio
durante il lockdown hanno figliato qui, in questa paradossale oasi ai confini
della città.
Sembra di essere nel film “Miracolo a Le Havre”: stessi colori freddi, stessa
sensazione che il miracolo c’è, sta avvenendo, proprio oggi, proprio ora, alla vigilia di un Capodanno anomalo. Il miracolo di un tramonto infuocato tra le
nubi, e l’arancione che si dipinge lì, davanti agli occhi, stagliato sul Carso
con l’ospedale di Cattinara che potrebbe essere una delle dolomiti rosa del
Trentino. Sarà che, al di là delle diottrie perse, oggi vediamo meglio e più intenso?
Una trasfigurazione l’hanno vissuta anche i nostri computer nei mesi
scorsi: gli schermi si sono animati di volti di studenti con tutti i loro umori
contrastanti da adolescenti sui quali è piovuto un disastro imprevedibile come
una pandemia; e con i volti umani, presenze di gatti e cani mascottes, e pure
nipotini in fasce, e sorelle flauto-munite, e genitori impegnati nel loro
lavoro "smart". E il computer è diventato luogo
comunitario, non solo di “didattica a distanza”.
Allora lascia, Signore, che questo anno si chiuda. E che se ne apra un altro. Con altre visioni e miracoli inaspettati. Come quello di un presepe industriale che si rinnova. E che se ne fa
un baffo di tutta la follia degli uomini che ancora non sanno vivere in pace. E
che non gli basta un virus da combattere, hanno ancora energia per farsi la
guerra tra loro.
1 commento:
ciao Lucia, auguri!!
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